Dies irae

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2011/2012
Altri Percorsi

Teatro Sotterraneo - Fies Factory One
Dies Irae
creazione collettiva Teatro Sotterraneo
scrittura Daniele Villaluci, Roberto Cafaggini
costumi Lydia Sonderegger
con Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri

5 episodi intorno alla fine della specie
Premio Ubu Speciale 2009

La fine del mondo si avvicina. E non certo per colpa della profezia Maya e del fatidico 2012. L’uomo ci ha messo e continua a metterci costantemente del suo, senza pensare alle conseguenze, credendosi immortale.
Dies Irae è il giorno d’ira, il giorno che dissolverà il mondo nelle fiamme, secondo una sequenza di versi latini di epoca medioevale. Un’immagine letteraria così forte e radicata, da diventare un inno di molti requiem.
Senza pietà né tenerezza, ma anzi, con brutale presa di coscienza, la compagnia Teatro Sotterraneo mette in scena 5 episodi intorno alla fine della specie che agiscono nel countdown di un orologio che scorre all’indietro.
In 60 minuti esatti, i cinque discoli del teatro italiano danno vita a una dissertazione sullo scorrere dell’esistenza del genere umano pervasa – secondo il loro stile inconfondibile – da un’ironia costante che allude sempre alla visione di un mondo in perenne dissolvimento.
Fondata nel 2004 da Sara Bonaventura, Iacopo Braca, Matteo Ceccarelli, Claudio Cirri e dal drammaturgo Daniele Villa, la compagnia toscana Teatro Sotterraneo si è affermata nel corso degli ultimi anni con spettacoli come Post-it e La Cosa 1. Nel 2009, con il Dittico sulla specie composto da Dies Irae e da L’origine delle specie _ da Charles Darwin, si è aggiudicato il “Premio Ubu Speciale” per la grande capacità di innovare il linguaggio della scena, personalizzandolo in maniera netta, caricandolo di nuovi codici di lettura e interpretazione.
Performance, talk show televisivo e coinvolgimento del pubblico con le domande più immediate: mezzi espressivi semplici, che si costruiscono in giochi e scatole cinesi perfettamente concatenate. Le cinque puntate in cui si snoda la loro arguta lettura della storia dell’umanità nascono l’una dall’altra, in un lavoro “archeologico” alla ricerca e definizione dei segni lasciati dalla specie. Una catalogazione dell’essere umano, in tutte le sue parti fisiche ed emotive, nei sentimenti, nei desideri e nelle paure.
Ogni tappa parla un linguaggio diverso dal precedente, dal fumetto alla radio, dalla fotografia al cinema, ma tutte sono destinate a sparire per lasciare solo qualche prova ed essere sotterrate dall’episodio successivo, fino all’esaurimento. L’unico personaggio ad avere un’evoluzione nell’arco dello spettacolo è il testimone che, episodio dopo episodio, riferisce al pubblico l’accaduto. La sua è una responsabilità che si rivela però insostenibile, una testimonianza destinata a dissolversi in un unico silenzio.