Documenti sull'Italia in animazione | Seconda guerra mondiale

Cinema

Trentino Italia Storie Pop: Rassegna di film d'animazione

OMAGGIO A BRUNO BOZZETTO: I due castelli, b/n-col., disegni animati, 4’ (1963)
Soggetto, sceneggiatura e animazioni: Bruno Bozzetto e Guido Manuli. Regia: Bruno Bozzetto. Produzione: Bozzetto Film
Il cortometraggio di Bruno Bozzetto che vi proponiamo oggi è I due castelli, un’opera dei quasi esordi del cineasta milanese e «minimale» per stile grafico e messa in scena, nella quale, proprio grazie alla realizzazione spartana dal punto di vista tecnico, è possibile notare anche con maggiore chiarezza alcuni punti di forza del cinema bozzettiano. Innanzitutto la capacità ritmica nel racconto, cioè il modo in cui Bozzetto, con mezzi esigui – il disegno animato con sia gli oggetti in primo piano sia quelli sullo sfondo tratteggiati in modo essenziale – ci mostra la radice primigenia del fare cinema d’animazione: darci l’impressione della vita anche solo attraverso disegni bidimensionali apparentemente semplici ma che sono comunque il frutto di una ricerca stilistica ed espressiva in grado di farci in qualche modo immedesimare in ciò che accade sullo schermo. E naturalmente il contenuto de I due castelli rientra nella poetica di Bozzetto e del suo sempre salace commento sociale: il fatto che i due castelli del titolo e i loro personaggi appartengano a un Medioevo immaginato non li rende meno reali e attuali rispetto ai tempi che corrono.

OMAGGIO A LASTREGO & TESTA: I giorni dell’Avvento epp. 5-8, col., découpage digitale, 1’8” cad. (2004)
Soggetto, sceneggiatura, animazione e regia: Cristina Lastrego e Francesco Testa. Dai bozzetti di Emanuele Luzzati per il presepio di Torino. Musiche: Lorenzo Marini. Realizzazione: Lastrego & Testa Multimedia. Produzione: RAI
I quattro quadri animati della serie I giorni dell’Avvento di Lastrego e Testa ci riportano al clima natalizio. Prodotti per la RAI nel 2004, questi piccoli gioielli di cinematografia erano destinati prevalentemente a un pubblico di bambini e ragazzi, ma in realtà la loro valenza stilistica e i loro temi sono godibili, come vedremo, per un pubblico di tutte le età e a prescindere dall’eventuale credo religioso. Ricordiamo che i disegni di base del progetto di Lastrego e Testa sono quelli di Lele Luzzati realizzati a suo tempo per il presepio di Torino, e adattati in animazione con la tecnica delle silhouette animate.

MEDUSA. STORIE DI UOMINI SUL FONDO di Fredo Valla (animazioni di Francesco Vecchi), col., dal vero e dis. anim., 63’ (2008). Soggetto: Fredo Valla e Pietro Spirito. Sceneggiatura: Fredo Valla. Produzione: Maxman, Arealpina
Medusa. Storie di uomini sul fondo è un esempio di «animadoc», nella definizione resa nota in Italia dal critico cinematografico Thomas Lawrence Martinelli, cioè di documentario animato, approfondito da Martinelli nel libro di recente pubblicazione Il documentario animato (Tunué 2012). In realtà Medusa è un documentario storico in tecnica mista: il grosso del suo metraggio è girato con attori in carne e ossa, ma alcuni inserti esplicativi sono realizzati in animazione. Il docufilm racconta la vicenda del sommergibile italiano Medusa, affondato nel Mare Adriatico da un siluro inglese il 30 gennaio 1942; ma soprattutto quella, tragica, del suo equipaggio, rimasto intrappolato sul fondo e impossibile da recuperare con i mezzi tecnologici dell’epoca e a causa delle condizioni del mare in quei giorni. Medusa, silurato dal sommergibile inglese Thorn, affondò nel Mare Adriatico al largo di Pola (Istria). Gran parte dell’equipaggio morì nello scoppio. Quattordici uomini rimasero vivi, a circa trenta metri di profondità, imprigionati nella sezione di poppa del sommergibile. Torpediniere, sommergibili, piroscafi, motoscafi, pontoni e palombari intervennero per salvarli. I marinai sul fondo attesero pazienti, comunicando attraverso il filo della boa telefonica con i soccorritori in superficie. Poi il vento si alzò, sul mare cominciò a nevicare… «Medusa» è uno dei tanti esempi che rendono chiaro, per chi ancora non vi avesse fatto caso, quanto l’animazione, in quanto linguaggio e non «genere», sia flessibile per narrare e mostrare qualsiasi tipo di contenuto per tutti i pubblici.


organizzazione: Fondazione Museo storico del Trentino