Don Giovanni

Teatro

Vigolana Teatro d’Estate

Compagnia Teatrale “Appunti e Scarabocchi
Don Giovanni
di Molière
regia Vito Basiliana
Tecnico Luci Ognian Atanassov
Tecnico di Scena Giovanni Salvetti
Tecnico Audio Alessandro Basiliana
Effetti Speciali Luca Cattani
Costumi Simona Paccione
Trucco Valentina Basiliana
Scenografia Vito Basiliana

Personaggi e interpreti:
Don Giovanni Vito Basiliana
Sganarello Tobias Ueckert
Donna Elvira Simona Paccione
Donna Carla Paola Prati
Carlotta Simona Malaguti / Patrizia Perini
Don Luigi Beniamino Sala
Il Cielo Alfonso Masi
Maturina Ivana Alfaro
Zerlina Silvia Giacomozzi
La Frasca Conny Viola / Didi Zheleva
Violet Antonella D’Andria
Don Alonso Tomaso Chiaserotti

Dopo sei anni di attività sul territorio provinciale e nazionale, e dopo l’eco del successo ottenuto con l’ingresso in finale alla IX Edizione del Festival Internazionale di Regia “Fantasio Piccoli”, la Compagnia Teatrale “Appunti e Scarabocchi”, debutta con lo spettacolo “Don Giovanni”, liberamente ispirato al grande capolavoro di Moliére, per l’adattamento e la regia di Vito Basiliana.
Una produzione ambiziosa ed unica nel suo genere, che vede coinvolti quasi una trentina di artisti, tra attori, tecnici, costumisti e maestranze. Lo spettacolo debutterà in prima nazionale Domenica 16 Marzo 2008 al Teatro San Marco (Via San Bernardino , 8) alle ore 16.30 con ingresso gratuito.
Grazie alla collaborazione con il Cral Poste di Trento il debutto avverrà in una cornice di impegno umanitario, in quanto le libere offerte verranno devolute interamente all’associazione di Volontariato Internazionale GTV Onlus (Gruppo Trentino di Volontariato) che opera in particolar modo in Vietnam e nel Sud Est Asiatico e sta lottando contro il traffico di donne.
Lo spettacolo, attraverso un originale e divertentissimo adattamento drammaturgico, ruota intorno alla figura di Don Giovanni (interpretato da Vito Basiliana) e di riflesso intorno a Sganarello (Tobias Ueckert) suo fedele servitore. Mette a confronto due mondi contrastanti: il mondo legato all’Iposcrisia, nel quale prevalgono l’edonismo, la carne, l’istinto e la sopraffazione senza scrupoli .... e il mondo della coscienza, nel quale vige la morale, il buonsenso, il perdono. Sulla linea di confine di questi due mondi apparentemente distanti, si trova “metaforicamente” collocato l’uomo e il suo quotidiano agire.
La trama e le musiche, pur conservando l’impianto originale del testo, si fondono a nuovi codici estetici, che, attraverso un tipo di teatro di ricerca e innovazione, valorizzano al meglio il testo.
La scenografia è costituita unicamente da un calpestabile con due scalette. I due piani orizzontali così creati, vengono utilizzati con due connotazioni: una di oggetto (macchina scenica), l’altra di luogo, (simbolo, metafora). I cambi scena a vista faranno di questa scenografia i colori di una tavolozza che ritrae, allora come oggi, una società malata, corrotta ed ipocrita. Il lavoro pone l’accento inoltre, sul rapporto schiavo-padrone, vero motore pulsante di tutte le civiltà, e su come il confine tra vittima e carnefice sia molto sottile. Anche nello stesso ambiente teatrale… Ci perdonerà il caro Moliére se abbiamo un po’ forzato il testo durante il lavoro di adattamento, ma come dice Peter Brook: “ogni volta che mettiamo in scena un grande autore, compiamo un piccolo tradimento”.