DragPennyOpera
Teatro
Con: Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò
Drammaturgia: Lorenzo Piccolo
Regia: Sax Nicosia
Voce di Macheat: Sax Nicosia
Coreografie: Alessio Calciolari
Scenografie: Nathalie Deana
Costumi: Gianluca Falaschi
Disegno luci: Luna Mariotti
Musiche originali: Diego Mingolla
Artwork: Donato Milkyeyes Sansone
Parrucche: Mario Audello
Realizzazione scene: Ivano Coviello
Assistente alla regia: Mila Casali
Assistente ai costumi: Rosa Mariotti
Organizzazione e distribuzione: Cristina Davenia
Direzione artistica: Francesco Micheli
Si ringraziano: la Corte Ospitale-Progetto Residenze, ATIR-Teatro Ringhiera, Nicola Scarlatelli, Davide Bonato
Produzione: Aparte-Ali per l’arte
Con il contributo di: Fondazione Cariplo/progetto Funder35, Next-Laboratorio delle idee
È l’alba. Nel cortile di un carcere, sotto il patibolo, si riuniscono alcune figure femminili. Sono le donne del bandito Macheath, che è in attesa dell’esecuzione capitale. Sono loro a dare vita al racconto: le nozze segrete di Macheath con Polly, figlia della regina dei mendicanti Peachum, il suo arresto a causa del tradimento di Jenny, prostituta e sua vecchia amante, la liberazione grazie a Lucy, altra amante giovane e nervosa, e il nuovo arresto per mano di Tigra, madre di Lucy e capo della Polizia. Infine il giudizio finale o, forse, l’happy end.
La composizione di questo spettacolo si ispira, nei temi e nella struttura narrativa, a The Beggar’s Opera di John Gay, commedia musicale scritta nel 1728. La volontà di rompere uno schema precostituito, lo sguardo graffiante sul mondo, la libertà di reinventare un linguaggio lavorando su temi musicali esistenti sono i motivi che tornano nel lavoro delle Nina’s Drag Queens: un pastiche di citazioni, affettuose parodie, brani cantati in playback, con un procedere per frammenti, accostamenti eccentrici, continui spiazzamenti. John Gay miscelava la musica colta e la canzone da osteria, la presa in giro del “gran teatro”, la satira più nera, e soprattutto adattava canzoni già note al pubblico. Allo stesso modo, le Nina’s attingono al repertorio della musica contemporanea, rielaborando grazie alle composizioni originali di Diego Mingolla alcuni riferimenti dell’immaginario pop. E lo fanno con la stessa allegra ferocia messa in campo da Gay, sotto il segno di un umorismo amaro e politicamente scorretto.
La scena rimanda a un mondo dove tutto è consumato, lacero, precario: un mondo che ha ormai perso il suo splendore. I costumi di Gianluca Falaschi e la scenografia di Nathalie Deana ne conservano solo poche tracce, che covano sotto le ceneri laviche del presente, pronte a esplodere in un lieto fine dichiaratamente falso e falsamente liberatorio, fra drappi fucsia e lamé.
Il pubblico viene così coinvolto in un gioco teatrale spiazzante, messo al centro di un’opera buffa e seria insieme, cabaret agrodolce, dai tratti mostruosi e scintillanti: un ritratto a colori della nostra umanità così nera.
- 12 € Intero
- 9 € Ridotto per over 65, universitari under 26
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organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto