Ego in vacanza. Il turista sul lettino di Freud
Le Frontiere della psicanalisi. Naturale Artificiale
Ego in vacanza. Il turista sul lettino di Freud. Conferenza spettacolo di e con Duccio Canestrini
Conferenza spettacolo in cui si esplora il modo in cui le principali categorie del pensiero psicoanalitico freudiano illuminano l¡¯immaginario e i comportamenti dell¡¯Ego (ma anche dell¡¯inconscio) in vacanza. Vengono messe in scena alcune fasi, sia storiche sia psicologiche, dell¡¯andare ¡°romantico¡± e, oggi, dell¡¯esperienza turistica. Lo stress della vita quotidiana. Il mito della vacanza come cura di tutti i mali. L¡¯ansia di mobilit¨¤ che diventa evasione turistica, spesso compulsiva. Il viaggio come voglia di Sud, emancipazione, travestimento, conoscenza di s¨¨, Eros¡
Ho sentito cittadini americani maggiorenni che chiedevano all¡¯Ufficio relazioni con gli Ospiti se per fare snorkeling c¡¯¨¨ bisogno di bagnarsi, se il tiro al piattello si fa all¡¯aperto se l¡¯equipaggio dorme a bordo e a che ora ¨¨ previsto il Buffet di Mezzanotte. Sono parole tratte dal diario di una moderna crociera ai Caraibi di David F. Wallace (Una cosa divertente che non far¨° mai pi¨´, minimum fax 1998). Aldil¨¤ dell¡¯umorismo, non ¨¨ difficile cogliere in queste domande meccanismi che le categorie freudiane hanno certamente illuminato: la distrazione e la sbadataggine, l¡¯alterazione della funzionalit¨¤ psichica, la regressione all¡¯infanzia. Capita (quasi) a tutti. La psicoanalisi pu¨° contribuire all¡¯esplorazione della figura del turista, di noi turisti, ma ricordiamoci che dagli anni Venti del Novecento smette di essere solo clinica e diventa un sistema per la interpretazione di ogni motivazione della personalit¨¤. Dunque anche la motivazione al viaggio. Sulla quale Sigmund Freud, gran turista egli stesso, si interrog¨° profondamente.
Da uno scenario che parrebbe vitale e positivo, un turismo che risponde cio¨¨ al principio del piacere, per dirla con Freud, si delinea poi, nella letteratura un po¡¯ sbalordita dalle ¡°grandi manovre¡± turistiche di primo Novecento, una sorta di crescente schizofrenia. I turisti, sempre meno aristocratici e sempre pi¨´ numerosi, contaminano l¡¯incontaminato, inquinano l¡¯oggetto del loro desiderio, sgretolano il sogno. Il turista non sono pi¨´ io. Il turista ¨¨ l¡¯altro, una sorta di doppio negativo e antieroico che mi accompagna. Affiora cos¨¬, con l¡¯attualit¨¤ di questo paradosso, una resistenza ad autorappresentarsi come turista, che la stessa industria del turismo cavalca, spronandoci a (ri)sentirci viaggiatori.
Ci¨° che il turista non vede o non vorrebbe vedere, in sostanza gli impatti ambientali e culturali della sua massiva presenza, ¨¨ una rimozione? E¡¯ forse una protezione da una sofferenza psicologica?
Duccio Canestrini insegna Antropologia del turismo al Master of Tourism Management (Trentino School of Management) e nel Corso di laurea in Scienze del turismo al Campus di Lucca. Membro dell¡¯Associazione Italiana per le Scienze Etno-Antropologiche (Roma) e dell¡¯International Scientific Council for Island Development (Parigi) ¨¨ scrittore e conferenziere. Da diversi anni si occupa in particolare di antropologia dell¡¯ospitalit¨¤ (storia dell¡¯accoglienza e del comfort, mobilit¨¤, rituali d¡¯incontro) e di turismo. L¡¯antropologia del corpo e di genere (maschile) ¨¨ il suo ambito di ricerca parallelo. Nel 2006 ha fatto parte del ristretto gruppo di esperti cui S3.Studium - per conto di Confesercenti - ha affidato il progetto di ricerca previsionale su ¡°Il futuro del turismo in Italia e nel Mediterraneo fra il 2007 e il 2001¡å.
organizzazione: Centro Studi di psicoanalisi applicata Gradiva - P.A.T. - Comuni di Lavarone, Folgaria, Luserna - Societ¨¤ Psicoanalitica Italiana - APT Altipiani Folgaria Lavarone Luserna