Elektrika

Teatro

Fuoristagione

Macelleria Ettore
Elektrica
con Woody Neri (Oreste/Egisto), Maura Pettorruso (Elettra/Clitemnestra)
Coro/orchestra live Chiarastella Calconi
Scene e costumi Maria Paola Di Francesco
Testo e regia Carmen Giordano

Macelleria Ettore incontra e si scontra con l’opera. Un genere. Un riferimento. Un contenitore. La struttura - musica, libretto, allestimento scenico – implode e si frantuma in un linguaggio altro. Il testo si fa suono, parola, azione e visione. Il testo è il corpo dell’opera: non parla, è.
Come si fa a parlare / quando si è entrati nell’immaginario?

Cerchiamo il linguaggio dell’immaginario, il nostro. Tragico, ironico, elettronico. Partiamo da Elettra. Un mito. La vendetta dei figli sull’uccisore del padre. La vendetta sulla madre. La vendetta trasversale. La vendetta universale. Rompere i legami di sangue, col sangue. La vendetta non è dovere verso il padre ma verso se stessi. La violenza è nella famiglia. La violenza è la famiglia.

Fermati, figlio, abbi rispetto di questo seno.

Orrore e amore per il delitto. Lo stesso suono: un grido. La stessa arma: una lama. Tagliare il cordone ombelicale per non soffocare. Lo stesso attore per Egisto e Oreste. La stessa attrice per Clitemnestra ed Elettra. Il traditore è il tradito. La vittima è il carnefice. La morte genera la vita. E’ in nome della vita che Elettra agisce e – per mano di Oreste – uccide colei che le ha dato una vita moribonda.

Ero un nero cadavere tra i vivi e ora sono il fuoco della vita, la mia fiamma squarcia le tenebre del mondo.

Una vita senza padre è una vita nubile. Sterile d’amore. Senz’occhi, bocca, mani per alcuno. Mutilata è questa vita, amputata di se stessa. Come il corpo di un padre fatto a pezzi. Rimettere insieme i pezzi di un corpo, una storia, una vita. Uccidere per amare.

L'amore uccide! Ma nessuno muore senza aver conosciuto l'amore!

Nessuno muore senza aver vissuto, amato. Questa è la tragedia. Essere esangui e imbrattati di sangue. Essere morti tra i vivi. Non poter morire, perché non si è vissuti. Non poter vivere perché non amati. Chi ama Elettra? Chi guarda Elettra? Chi sente Elettra?

Se io non sento? Se io non sento questa musica? Esce da me stessa.

La musica è dentro e fuori Elettra. La musica è elettrica. Emana da sé l’inaudito, il mistero di se stessi. Parla senza dire. E’ il suono che esplode nelle orecchie di chi ascolta Elettra, muta, diafana, sorda a se stessa.


organizzazione: Teatro delle Garberie - in collaborazione con Aria Teatro