Elliott Murphy in concerto

Musica

Il nome di Elliott Murphy non è sicuramente nuovo alle orecchie degli appassionati di musica della nostra regione, e il tutto esaurito registrato nel corso degli ultimi show (ben due nel 2004, in aprile a Lavis e in novembre a Predazzo) non fa che confermare la grinta e la capacità di intrattenere di un artista che, se ha forse perso il "Last train to Memphis", l'appuntamento con la celebrità cantato in uno dei suoi brani migliori, non ha comunque smesso le vesti di singer-songwriter autentico e profondo, capace di spaziare dalla lezione dylaniana, nelle liriche, nel canto quasi parlato come nelle armonie, ad elementi di puro rock'n'roll, con Elvis nel cuore e le ballate al vetriolo di Lou Reed nelle vene, senza disdegnare incursioni nel blues e nel sound contaminato del Mississippi, passione a cui Elliott ha dedicato un intero album, "Murphy goes Muddy", la cui pubblicazione è prevista per la prossima estate. Acclamato nei primi anni '70, complice una stampa specializzata americana povera di idee e in cerca di eredi, come uno dei "nuovi Dylan", etichetta con cui il nostro ha dovuto fare a pugni per anni, Mr. Murphy, classe '49 e adolescenza nelle periferie della Grande Mela (a qualcuno ricorderà Springsteen, e non a torto, dato che i due si conoscono e il Boss l'ha chiamato sul palco più di una volta durante le sue esibizioni europee), ha saputo creare in pochi anni gioelli di rock urbano decadente e marginale, innestando sulla lezione dei Velvet Underground dell'amico Lou Reed un suono chitarristico potente e diretto e condendo il tutto con una buona verve letteraria (i suoi miti di sempre sono il dandy Francis Scott Fitzgerald e i beat, Kerouac in testa), ampiamente dimostrata come giornalista musicale e poi romanziere (Cold and Electric, inedito in Italia) e scrittore di short stories. Superato il periodo di crisi, creativa e personale, degli anni '80, Elliott si è trasferito a Parigi e vive, da un decennio a questa parte, un periodo di grande creatività, suggellato nel 2003 dall'ottimo album "Strings of the Storm".

Grazie al Circolo Culturale "Musicandove" di Lavis e all'associazione "Woody Music" di Trento, realtà che da anni lavorano per la diffusione della buona musica in Trentino, Elliott Murphy farà tappa a Zambana, quarta di cinque date italiane, per promuovere la raccolta "Never Say Never: the best of 1995-2005... and more", che comprende quattro brani inediti. Ad accompagnarlo sarà l'infaticabile chitarrista francese Olivier Durand, uno che dalla sei corde, rigorosamente acustica, non si separa mai, e che con Elliott saprà dar vita ad un tappeto sonoro di grande suggestione. Ad aprire la serata è invece il giovane cantautore bresciano Riccardo Maffoni, già supporter di gente come Graham Parker e Willie Nile e autore dell'ottimo "Storie di chi vince a metà". Il prossimo appuntamento, previsto per il 6 maggio al Teatro di Lavis, vede intevenire il combo americano "Willard Grant Conspiracy", fautore di un suono che unisce il country più agreste con le atmosfere cariche di mistero del gotico americano.


organizzazione: Woody Music - Musicandove