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Vart. Le vie dell'arte

Una collettiva che si lascia ispirare da una citazione di André Breton - "I manifesti del surrealismo",1924 -: "dai ricordi d'infanzia e da alcuni altri si sprigiona un sentimento di inaccaparrato e quindi di "fuorviato" che considero il più fecondo che esista.
Gli artisti: Feela (Alessia Carli), Angelo Morandini, David Aaron Angeli, David Spigolon, Patrizio Cavallar, Sarah Mutinelli, Maria Rita Ceriani, Sonia Lunardelli, Monique (Monica Condini), Denis Pascon, Andrea Caltran, Annalisa Filippi, Ylenia, Mara Pieri, Ilaria Convolan, Mariavittoria Keller (viky), Angelarosa Benevento, Omar Pizzini, Lorenzo Menguzzato, Saul Darù, Luigi Penasa.

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a cura di Alessia Carli >>

L'esposizione/evento si propone di discutere ontologicamente e fisicamente la certezza che scaturisce da ogni spirito che si immerga nel surrealismo e che attraverso tale atto riesca a riviverne l’infanzia. Scriveva André Breton sui manifesti del surrealismo del 1924 “Dai ricordi d'infanzia e da alcuni altri si sprigiona un sentimento di inaccaparrato e quindi di "fuorviato" che considero il più fecondo che esista” dando ad intendere che è proprio l’infanzia lo stato che più riesce ad avvicinarsi e cogliere il senso della “vera vita”; ma l’infanzia ormai trascorsa, di cui l’uomo dispone solo parzialmente e sotterraneamente. Quell’infanzia dove tutto concorreva al mero efficace e puro possesso di sé stessi.
È proprio nel 1924 che si può datare di nascita del surrealismo, come un movimento dallo stesso Breton definito “al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale” atto a liberare l’espressione, lasciandola vagare incondizionata nei territori dell’inconscio, del sogno e dell’automatismo psichico per dar forma ai propri rimossi, alle paure, alle associazioni mentali. Gli effetti della liberazione surrealista si palesano sulla pittura d’azione del secondo dopoguerra fino a giungere alla magica frase “l’immaginazione al potere” scandita sui muri parigini nel 1968.
Cosa e come tale impeto liberatorio è giunto fino ai nostri giorni?
Non ritenendo più che l’espressione possa essere esaustivamente incarnata solo nell’oggetto artistico, sappiamo con certezza che ogni risposta soggettiva, surreale ed emozionale non è soltanto importante ma parte integrante alla nostra completa ed estetica esperienza dell’arte. Crediamo oggi esista una certa affinità ed interazione tra le intenzioni degli artisti e le reazioni degli spettatori. É in questo clima di criticità e contemporaneità che 21 artisti (David Aaron Angeli, Baba del latte, Angelarosa Benevento, Andrea Caltran, Mariarita Ceriani, Collettivo Goghi&Goghi, Francesco Cossu, feeela, Annalisa Filippi, Vittorio Gionta, Viky Keller, Lome, Sonia Lunardelli, MoniQue, Angelo Morandini, Sarah Mutinelli, Denis Pascon, Omar Pizzini, Tiziana Poli, David Spigolon) coscienti della varietà stilistica dell’arte e del contesto storico culturale in cui vivono, hanno scelto di leggere la frase di Breton in parallelo con le loro pratiche artistiche, presentando e discutendo il loro lavoro anche in relazione allo specifico spazio espositivo (Equipe 5, vecchia cantina del vino, a Mezzolombrado) nel tentativo di iniziare un intimo e attivo dialogo -contemplativo liberatorio- con sé stessi e con i visitatori-spettatori.


organizzazione: Comune di Mezzolombardo - Consorzio rotaliano promozione Mezzolombardo