Eracle

Teatro

Compagnia Teatrale “Don Bosco” Pergine Valsugana
Eracle
Tragedia classica di Euripide
traduzione di Carlo Piano
Regia: Massimiliano Beber

Personaggi ed interpreti:
Anfitrione Denis Fontanari
Megera Adelaide Casamassima
Lico Emanuele Pianta
Eracle Massimiliano Beber
Iride Romina Lazzeri
Lyssa Francesca Beber
Teseo Andrea Maule
Coro Valentina Pintarelli, Romina Lazzeri, Jenny Lazzeri, Chiusole Federica
Opliti Andreatta Michele, Daniel Molinari

Assistente alla regia: Romina Lazzeri
Scenografia: Lorenzo Oss Pegorar
Trucco: Manuela Girardi, Vanina Micheletti
Costumi: Mariarosa Lorenzi, David Paoli, Maria Coppola
Grafica Giorgia Sartori

Note di regia
Il nome Eracle o ancora di più Ercole, per gli spettatori del XXI secolo, evoca nell'immaginario collettivo l'idea dell'eroe invincibile, il semidio figlio di Zeus, colui il quale porta a termine le famose dodici fatiche. Questo è quello che ci raccontano i media dimenticandosi ancora una volta che della vita dell'eroe esiste una versione problematica e complessa, affrontata da un autore scomodo. Stiamo parlando di Euripide, che insieme ad Eschilo e Sofocle, è uno dei tre autori classici del teatro tragico greco del V secolo a.c. e fra questi sicuramente il più controverso e discusso. Già autore di testi sacri del teatro come Medea, Oreste, Le Baccanti, l'autore ama mettere in luce le debolezze e vizi dell'uomo più che la grandezza delle gesta degli dei o degli uomini. Nell'opera l'eroe non è più visto come un essere intoccabile e invincibile ma al contrario egli diviene all’improvviso debole, indifeso, inerme in balia del caso. Allo stesso modo la follia che lo porterà all'uccisione dei suoi cari non nasce dalla ricerca dell'alienazione come fonte di accesso a realtà sovrumane come accade nelle Baccanti. La sua "mania" si sprigiona all'improvviso dagli anfratti bui dell'ignoto e cosa accenda la miccia che la fa scoppiare rimane un mistero, oscuro e inspiegabile.
Con questa messa in scena la Compagnia Teatrale di Pergine torna ancora una volta ad una pièce tragica (dopo lo spettacolo "La leggenda del Santo Bevitore" di Joseph Roth) con la differenza che il testo risale a più di 2400 anni fa e ciononostante risulta ancora di un'attualità sconcertante. Il mistero di un uccisione senza movente razionale, crea un vuoto, un senso di disorientamento in un mondo apparentemente governato da regole e meccanismi prevedibili. Ecco allora il motivo per cui Euripide affronta tale problematica mediandola attraverso personaggi quali eroi, re e divinità. In tal modo dipinge una realtà che di primo acchito non riguarda direttamente né lo spettatore di ieri come quello di oggi. La scelta registica segue inizialmente queste modalità di approccio al problema ma cerca, via via che lo spettacolo prosegue, di portare lo spettatore ad immedesimarsi con i personaggi e fargli compiere attraverso di essi un percorso emotivo di forte impatto.


organizzazione: Comune di Villa Lagarina - Gestione Teatro Parrocchiale Carlo Baldessarini