Eterno. Little Gidding
Il Quarto tempo. Viaggio corale strumentale attorno ai Quattro Quartetti di T.S. Eliot
Wolfgang Amadeus Mozart 2 Kyrie con interludio di Stefano Rattini
Franz Joseph Haydn Credo dalla Messa Sancte Johannes de Deo
T.S.. Eliot Little Giddinn
Marco Longo Suite per violoncello e coro polifonico
This is the death of air
This is the death of earth
This is the death of water and fire
Quick now, here now, always
Franz Joseph Haydn Agnus Dei
Johann Sebastian Bach - Knud Nystedt Immortal Bach
Corale Antares di Taio
dir. Giorgio Larcher
Ivo Brigadoi violoncello
Stefano Rattini organo
Elena Galvani Jacopo Laurino voci recitanti
La conclusione al poema è fitta di riprese, ad esprime la riconquista del tempo e dei tempi dei Quartetti; l'incipit, la "primavera di mezzo inverno", richiama il turbamento delle stagioni del Il quartetto, un luogo contro le leggi del tempo apparente, cosi come l'eternità.
La sola speranza ora "sta nella scelta tra rogo e rogo", ovvero tra l'amore di sé e l'amore di Dio. "Non meno amore ma un'espansione dell'amore al di là del desiderio", una liberazione dal futuro e dal passato. A questo punto occorrono pentimento e purificazione di fronte ad ogni sbaglio.
Essendo il poema impostato su una lettura quaternaria -quattro tempi, stagioni, elementi, età della vita- la morte degli elementi porta la scansione al suo esaurimento. Il poema finisce, ma ora sappiamo che finire è ricominciare.
"E tutto sarà bene quando il fuoco e la rosa una cosa saranno" ovvero il fuoco di visioni apocalittiche (future) e le rose d'infanzia (passate): la riconciliazione degli opposti, del passato e del futuro, del principio e della fine, si è compiuta.
a.r.c.
L'eterno come non-tempo e non-luogo: da questa idea si sviluppa l'intero "commento sonoro" al quartetto; seme generatore è quindi l'intervallo di qUinta, (vuoto e pieno, principio e fine, ancorato e sospeso.. .), che si dirama dalle corde vuote del violoncello e dilaga nello spazio, lo delimita con precise altezze sonore e, senza definirlo completamente, lo attraversa a fasce, caratterizzate da insistite cantillazioni di ogni voce sui medesimi suoni e varie poliritmie verticali.
L'intervallo di quinta delimita anche il materiale che accompagna le digressioni più narrative e prosastiche del poema, subendo questa volta una continua ed ossessiva saturazione da parte del violoncello, che ribolle, come fuoco sotterraneo, in un "perpetuum mobile"
.ritmico e scandito; la conseguente apertura verso l'alto, lascia spazio ad una breve isola melodica, che sottolinea la lirica sull' Amore divino (quarta sezione), mentre nell'ultima parte la frantumazione musicale si rispecchia in quella testuale, con la riproposizione quasi aforistica dei vari materiali sonori usati.
La musica, non si alterna alle cinque sezioni in cui è suddiviso il poema, ma ne interseca intimamente il testo, tentando di non soverchiare la musicalità dei versi di Eliot, di cui vorrebbe esserne anzi emanazione e prolungamento, ed assoggettando la scansione tem- porale stessa alla declamazione dei versi.
Marco Longo
organizzazione: Federazione Cori del Trentino