Etty Hillesum: cercando un tetto a Dio
Giorno della memoria. 27 gennaio 2010
Compagnia Cantiere Centrale
Etty Hillesum: cercando un tetto a Dio
Regia di Andrea Chiodi
con Angela Demattè
Musiche di Ferdinando Baroffio
Movimenti scenici di Marta Ciappina
Adattamento teatrale di Marina Corradi
Etty Hillesum è una ragazza ebrea vissuta ad Amsterdam e morta ad Auschwitz nel 1943. Essa scrisse, dal 1941 al 1943 (ad Amsterdam), un lungo diario e, dal 1943, fino alla partenza per Auschwitz (dal campo di Westerbork), numerose lettere, facendosi cronista della propria anima e della vita che la circonda.
La scelta è stata quella di far rivivere la sua vicenda attraverso le parole del suo diario e delle sue lettere. Attraverso di esse incontriamo le sue passioni, la sua conversione, il suo straordinario cambiamento umano e spirituale. Attraverso i suoi occhi leggiamo la tragedia degli Ebrei olandesi - e europei - nella Seconda guerra mondiale. In un momento in cui tutto si incrudelisce e tende verso la morte, in cui ogni uomo è portato allodio, questa ragazza si fa portatrice di una sbalorditiva speranza. Non ci troviamo di fronte ad una mistica ma ad una donna passionale, concreta, intellettualmente viva e curiosa, che attraverso alcuni incontri comincia a cambiare sguardo sulla realtà. Lei stessa scopre, parallelamente allincrudelirsi delle persecuzioni, un nuovo modo di guardare ciò che le accade.
E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio
La giornalista e scrittrice Marina Corradi ha eseguito la riduzione dei Diari e delle Lettere di Etty Hillesum, interpretandoli in modo estremamente essenziale, senza tralasciare alcun passaggio del percorso umano della protagonista. Il monologo sarà accompagnato da canzoni yiddish cantate dal vivo e da musiche originali composte dal musicista Ferdinando Baroffio
Cè una umanità sbalordita davanti al suo patibolo, nel diario della ragazza ebrea che sa che il prossimo treno caricherà lei e i suoi genitori.Sappiamo tanto di ciò che accadde ad Auschwitz, ma non avevamo mai letto con questa straziante limpidezza i pensieri degli uomini chiamati dallordine della notte. Ciò che sbalordisce nellinferno è però che la Hillesum non sia disperata.
E non solo perché, come tutti, di notte guarda gli aerei degli Alleati, pregando che una bomba spezzi i binari, fermi i treni. Ancora cinque giorni prima di partire scrive: «La vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità». E dal suo treno lancia una cartolina: «Siamo partiti cantando». Negli appunti scarni di una giovane ebrea verso Auschwitz, leco cristiana di un sacrificio accettato e offerto. Dal fondo dellabisso, il mistero di una speranza inaudita.
Marina Corradi