Forse tornerai dall'estero

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2012/2013
La Grande Prosa

Teatro Stabile di Bolzano
Forse tornerai dall'estero
di Andrea Montali
regia Leo Muscato
scene e costumi Barbara Bessi

Un atto d'amore per la città di Bolzano

Forse tornerai dall'estero è il testo di esordio nel mondo teatrale di Andrea Montali, giovane scrittore bolzanino, che a Bolzano vive e ambienta i suoi racconti e i suoi romanzi. E' il caso della raccolta di racconti Anime sole in autobus sovraffollati (Travenbooks) e del romanzo breve Ho letto il tuo diario (Alpha Beta) e anche di questa inedita commedia, ambientata nei bar della città, in Piazza delle Erbe e sui prati del Talvera. Uno spettacolo nato da una crescente passione per il teatro e da un'intensa collaborazione con il direttore dello Stabile Marco Bernardi: tre anni di confronto e di studio hanno portato a questo testo vivo, a volte surreale e tragicomicamente realistico, ambientato principalmente in un bar di periferia. "Non importa molto di quale periferia si tratti, in quanto è un
locale immaginifico dove, oltre ai videopoker, troviamo ancora un jukebox. Comunque siamo in Italia, nello specifico a Bolzano. Nella seconda decade del terzo millennio" chiarisce Montali. Ed è proprio il rock delle band del duemila a scandire la vita nel bar di Emanuele, ovvero un luogo di aggregazione animato da "una fauna" pittoresca e vitale che consuma la propria esistenza davanti o dietro al bancone. La pièce si svolge in un lasso di tempo circoscritto a cinque giorni d'estate, durante i quali c'è chi decide di andare via, chi è già andato, chi ama, chi tradisce, chi sogna e chi non ce la fa più: come Virginio, pensionato alcolizzato che osserva la vicenda e vorrebbe farne parte, ma è relegato dagli altri personaggi a ruolo di archetipo da non imitare. O come Maurizio, barista ventottenne che, dopo l'ennesima delusione, decide di uscire di scena. Ma c'è anche chi sceglie di affrontare il proprio destino e lo fa con in grembo un figlio. Quello di Montali è un sanguigno e sentito tributo alla giovinezza, a quel periodo della vita in cui presente e futuro dovrebbero essere a portata di mano. "I personaggi non sono tutti giovani, per fortuna" prosegue l'autore. "Stiamo scrivendo delle vicende di un bar dove ci si confronta (spesso per sempre) con se stessi e con personaggi che hanno da insegnarti (perlomeno raccontarti) qualcosa. Non sempre vicende che hanno per palcoscenico questi contesti hanno un lieto fine, la storia ce lo insegna, ma tant'è. Mi rivolgo quindi a chi si trova davanti al bivio: crescere o non crescere a quindici, venti, trenta, a volte di più anni. Me lo dice la mia piccola esperienza, e un po' mi fido. Il testo inoltre è un atto d'amore per la città in cui sono nato e cresciuto: Bolzano. Non ne ho conosciute altre, ho solo questa e le voglio bene. Fino al giorno in cui, forse, tornerò dall'estero pure io." A dirigere quest'opera prima sarà Leo Muscato, uno dei registi più eclettici e versatili della sua generazione, che inaugura la sua collaborazione con lo Stabile bolzanino. Capace di affrontare con competenza, profondità e sensibilità il registro comico e il drammatico, l'attività di Muscato spazia dai grandi classici ai testi contemporanei, come "Due di noi", commedia di Michael Frayn con Lunetta Savino ed Emilio Solfrizzi o "Tutto su mia madre" di Samuel Adamson, tratto dal film di Pedro Aldomovar, interpretato da Elisabetta Pozzi.