Fotografi d'avanguardia a Praga
Interviene lo storico dell’arte Maurizio Scudiero. Introduce Fernando Orlandi
Lo stato cecoslovacco viene costituito alla fine del 1918 ma ha vita breve, fino al 1938 quando, con il Patto di Monaco e la conseguente occupazione da parte della Germania, esso scompare dalla carta geografica dell’Europa fino alla fine della Seconda guerra mondiale quando, dal totalitarismo nazista ricade sotto quello sovietico.
Ma quei vent’anni, dal punto di vista delle arti, furono eccezionali… anche in ambito fotografico.
Il primo fotografo di fama internazionale, e ancora oggi il più famoso fotografo ceco, fu František Drtikol il quale, già all’inizio degli anni Venti famoso per i suoi nudi elaborati con tecniche all’olio e al carbone, fu colpito nel 1921 dalla mostra tenuta a Praga da Drahomír Josef Růžička, un fotografo dilettante newyorkese di origine ceca. Růžička portò nuove idee, come quella che non bisogna mai ritoccare le fotografie ma piuttosto lavorare in ripresa come, ad esempio, faceva Alfred Stiegliz a New York assieme ai membri del gruppo di Photo-Secession.
Una nuova visione che influenzò moltissimo sia Drtikol che i giovani fotografi cechi, e fra questi Jaroslav Rössler che dal 1917 lavorava nello studio di Drtikol. Così mentre Drtikol, già apprezzato fotografo di “nudi artistici” iniziò invece ad ambientare le sue modelle in mezzo a forme geometriche, Rössler si lanciò invece in ben più ardite sperimentazioni di fatto ai limiti dell’astratto.
La dipartita di Rössler, verso un suo studio, verso la metà degli anni Venti, fu compensata dall’arrivo di Josef Větrovský che affiancò in tutto e per tutto Drtikol nella produzione di fotografie di nudi femminili assieme a forme geometriche e alle ombre da queste proiettate. Già allora le loro fotografie erano richiestissime all’estero, specie negli Stati Uniti.
Altri validi fotografi si lanciarono verso nuovi orizzonti come il rinnovamento della vecchia natura morta nella quale la frutta fu sostituita da oggetti quotidiani, moderni, di metallo, ecc., e altri, invece, entrarono nel mondo sperimentale delle “doppie esposizioni”, delle “solarizzazioni”, e altri accorgimenti. Tra i primi si segnalano Jaromir Funke e Josef Sudek, tra i secondi, appunto, il già citato Rössler, ma anche Otakar Lenhart, Václav Jírů, Ladislav Emil Berka… e altri.
Bisogna anche ricordare che la Cecoslovacchia, stretta tra Germania e Unione Sovietica, riceveva da questi vicini anche influenze creative. In Germania, dal 1919, a Weimar, era operativa la Bauhaus, scuola di varie arti per l’epoca avanzatissima, mentre in URSS, nel 1923 Vladimir Mayakovskii aveva fondato la rivista “LEF”, acronimo derivato da “Levyi Front Iskusstv” (Fronte di sinistra delle arti), di cui era l’organo ufficiale, e che diverrà, grazie ad Aleksandr Rodchenko, un’autentica palestra teorica e creativa del Costruttivismo e del fotomontaggio, a sua volta annunciato come una “nuova forma d’arte” ottenuta con la “combinazione di materiali tipografici e fotografici”.
La ricaduta è quasi immediata e sancita già in quello stesso 1923 quando un fotomontaggio realizzato da Otakar Mrkvička, molto vicino a quelli realizzati da Rodchenko per “Pro eto”, appare sulla copertina di “Samá Láska” di Jaroslav Seifert. Ancora in Cecoslovacchia, nel 1923, Jindřich Štyrský, nell’ambito del gruppo di avanguardia Devětsil nel quale milita assieme a Karel Teige, Jaroslav Seifert, Vítězslav Nezval, Konstantin Biebl e altri quattro membri appunto a significare il loro nome (Devětsil = Nove forze, ma anche farfaraccio, il primo fiore che sboccia in primavera, metafora dell’intento innovatore di Devětsil) pubblica un manifesto titolato semplicemente “Obraz” (Immagine) nel quale codifica, in una serie di dichiarazioni teoriche, alcuni punti fermi in merito al rapporto tra immagini, poesia e vita.
Dunque la Cecoslovacchia all’epoca si mostrava già in linea con le più avanzata ricerche europee, e conseguentemente il fotomontaggio divenne popolarissimo nella grafica editoriale.
Con l’inizio degli anni Trenta la Cecoslovacchia diviene anche il secondo paese in Europa (dopo la Francia) per diffusione del Surrealismo. E con questa declinazione surrealista si svolge da quel momento gran parte del lavoro di foto-collage da parte di Karel Teige, fin dentro la Seconda guerra mondiale.
Ricostruisce e affronta queste vicende lo storico dell’arte Maurizio Scudiero nell’incontro-dibattito “Fotografi d’avanguardia a Praga” che si svolgerà a Levico Terme venerdì 30 luglio 2021, alle ore 21,00 nella “Sala Senesi” del Palazzo delle Terme.
Maurizio Scudiero, storico dell’arte, è il principale studioso di Fortunato Depero e Iras Baldessari, e curatore degli archivi storici dei due artisti. Sul Futurismo e su temi correlati ha curato oltre cento mostre in Italia e all’estero. È stato membro del comitato scientifico della Wolfsonian FIU di Miami e consulente per il Futurismo presso la Yale University. Ha scritto per anni sulle pagine culturali de “Il Giornale” e sulla rivista “Arte”. Ha all’attivo tra cataloghi di mostre e monografie oltre 200 pubblicazioni. Con la scomparsa di Enrico Crispolti, per pubblicazioni e attività espositiva, Scudiero è di fatto lo storico di riferimento per il Futurismo.
In ottemperanza alle normative vigenti, per la partecipazione agli incontri è necessaria la prenotazione, inviando una mail all’indirizzo info@ba-csseo.org e indicando il proprio nome e cognome e numero di cellulare.
L’incontro-dibattito potrà essere seguito in diretta anche sulla piattaforma Zoom, al seguente link:
https://us02web.zoom.us/j/87641512896
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