Fragile e spavaldo | Non è colpa delle mamme
Le Frontiere della psicanalisi
Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi (ed. Laterza, 2008)
Non è colpa delle mamme (ed. Mondadori)
entrambi di Gustavo Pietrolli Charmet.
Ne discutono Giusppe Disnan, Gemma Pompei e Stefania Scateni.
Sarà presente l'autore
Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi
Percorre il passaggio dall'infanzia alla vita adulta affrontando rischi e utilizzando mappe e travestimenti molto diversi da quelli sperimentati dalle generazioni precedenti, guarda al futuro e mai al passato, teme la noia e la vergogna, fa della creatività uno strumento di crescita. È un Narciso il nuovo adolescente, insieme spavaldo e temerario, delicato e fragile, in tutto diverso dai ragazzi degli scorsi anni. Non è stato allevato in un modello educativo rigido e autoritario, non lotta con un onnipresente senso di colpa verso qualunque istinto possa allontanarlo dal gruppo familiare. Al contrario, viene da un'infanzia privilegiata e fatica a lasciarla. Anche se è cresciuto alla ricerca di una mamma spesso troppo impegnata, è comunque abituato a considerare i suoi genitori come gli alleati per eccellenza e, libero dal complesso edipico, può riversare la rabbia verso altri obiettivi. Lavora sul suo corpo in trasformazione con il piercing, lo sport ossessivo, la ricerca morbosa di magrezza e ne fa un potente simbolo di proiezione nel futuro. È fatto così: lavora molto nella propria mente, ma se attacca nella realtà è incapace di identificarsi con il dolore che provoca, perché nessuno gli ha insegnato cosa significa immedesimarsi nell'altro da sé.
Non è colpa delle mamme. Adolescenti difficili e responsabilità materna
È fuori dubbio che la madre abbia un ruolo essenziale nella maturazione del figlio. Tuttavia, sostiene Gustavo Pietropolli Charmet, non si deve caricare il ruolo materno di responsabilità eccessive: la crescita di un adolescente è di per sé un processo difficile, in cui inevitabilmente ciascun giovane incontra ostacoli e sperimenta emozioni negative. Le madri non vanno, quindi, colpevolizzate, bensì aiutate ad accompagnare i figli verso la loro affermazione come entità psicologica autonoma e indipendente. Un cambiamento improvviso e sconvolgente per qualunque madre, che è solo il primo, necessario passo verso una vera e propria "seconda nascita"; tra madre e figlio si rompe quel rapporto di dipendenza che ha caratterizzato l'infanzia, mentre nella vita e nella mente dell'adolescente si aprono nuove prospettive, tutte da sperimentare: la voglia di trasgredire le regole familiari, il bisogno di avere segreti e di raccontare bugie, la lunga e difficile marcia verso il sesso. Durante questi delicati passaggi, le madri possono essere le principali alleate dei loro figli: rispettose, ma non assenti, offrono un aiuto e un sostegno che spesso non vengono richiesti, e che sono invece essenziali.
organizzazione: Centro Studi di psicoanalisi applicata Gradiva