Garland Jeffreys & Alan Freedman
Tra i ritmi reggae, rap, soul di un artista unico
Garland Jeffreys, mulatto teatrale ed emotivo nasce a brooklin. Dopo una giovinezza passata tra le strade e le scuole del quartiere, entra nel syracuse college dove, già provetto chitarrista e compositore, incontra Lou reed e con il quale instaura una profonda amicizia che dura sino a tutt'ora. Folksinger sin dal 1964, nel 1966 fonda la sua prima band Grinder's Switch e diviene "il portavoce" degli adolescenti emarginati di New York. Nel 1970 esordisce per la vanguard con il suo primo gruppo. Notato in un fumoso club da Jerry Wexler, leggendario produttore di molti grandi dischi, ammaliato dalla sua voce e dai testi li fà firmare un contratto con l'Atlantic record a seguito del quale scaturisce l'ottimo GARLAND JEFFREYS (1973). L'album imprezziosito dall'intervento di molti sessiomen tra i quali Dottor John e dal fraterno supporto di Lou reed. L'album, un sapiente esordio condito di jazz, folk, soul, rock, blues, viene accolto tiepidamente (pur contenendo una notevole canzone come Lovelight) dalla critica, ma già centinaia di fans li rendono un caloroso tributo al primo grande concerto tenuto, assieme ad altri artisti, in Central park. Quattro anni passano sino al completamento del nuovo disco, stavolta per l' A&M. Una scelta fortunata che darà inizio ad una serie di grandi abum: Ghost Writer (1977), raccoglie le canzoni dei quattro anni precedenti, ispirate a Lou Reed e a Bob Dylan, dal suo manifesto politico Wild In The Streets (1973) a Rough And Ready (1974), dall'orecchiabile 35mm Dreams (1974) alla struggente Ghost Writer (1977), da I May Not Be Your Kind a New York Skyline, dalle armonie vocali antiquate di Cool Down Boy alla lunga Spanish Town. I concept sulla vita di strada che sono seguiti, One-Eyed Jack (A&M, 1978), che contiene le malinconiche e profonde One-Eyed Jack, Reelin' e Keep on Tryin', American Boy And Girl (A&M, 1979), con l'hit Matador e la serenata Shoot the Moonlight Out, hanno via via reso piu' arcigno il sound, fino ai potenti anthem R.O.C.K., da Escape Artist (Epic, 1981), e Guts For Love (Epic, 1983). Jeffreys ha cantato la vita di strada dalla prospettiva della vittima, non da quella dell'eroe, e in cio' ha cambiato significativamente l'ideologia "adolescenziale" del rock. A questo punto una lunga pausa artistica, con profonde meditazioni sulla questione razziale in america danno vita al suo capolavoro, forse il suo album più sentito ( e semibiografico) Don't Call Me Buckwheat (RCA, 1992): un forte testamento politico, una denuncia dal profondo dell'anima contro il serpeggiante razzismo interclassista che inquina le menti d'america e sfocia in superlative canzoni come quella che da il titololo al disco all'album e Racial Repertoire, Spanish Blood. Un cambiamento di stile e di sonorità investe tutto l'album che trascinato da una voce solenne e maliziosa ci trascina tra ritmi reggae, rap, soul. Wildlife Dictionary (1997) l'ultimo album fonde a se pop, hip-hop and jazz, obliterando il rocker degli anni ottanta. La sua discografia non è immensa, ma ogni album è stato concepito con qualità e dignità. Garland è stato definito il Lou Reed afroamericano, testi mai banali accompagnano le sue sonorità che hanno reso unico il suo stile. la voce fà rabbrividire, quanto le sue performance all'insegna del più spregiudicato ritmo.Le sue collaborazioni sono notevoli tra le quali ricordiamo quella emozionbante con BOB MARLEY (del quale si annovera una magnifica versione di No woman no cry)e l'eterno amico LOU REED ed in ultimo diverse apparizioni con BRUCE SPRINGSTEEN. Garland è in tournè in italia accompagnato dal chitarrista di sempre ALAN FREEDMAN
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organizzazione: Woody Music