Genti di Dio

Mostra

Mostra fotografiaca di Monica Bulaj
Un percorso tra religioni e tradizioni dell'"altra" Europa attraverso le foto scattate da Monica Bulaj, artista polacca adottata dall'Italia che nel suo viaggio ha voluto cogliere l'intreccio tra religioni diverse: cristianesimo, buddismo, islamismo e ortodossia in vari paesi d'Europa.

Con questa mostra Monika Bulaj cerca le frontiere interne, immateriali, delle fedi. Compie un viaggio parallelo, esplora i territori franchi di coabitazione tra monoteismi. Mondi in bilico fra cristanesimo, islam e ebraismo, cattolicesimo e ortodossia. Per gli stereotipi che rompe, questo viaggio nel sacro di Monika Bulaj è forse la cosa più dissacrante che ci sia. Ci mostra musulmani che festeggiano il sabat, ebrei che leggono il Corano, musulmane che segnano la croce sul pane prima di metterlo in forno e quelle che pregano la Madonna, cristiani che pregano gli alberi e la luna e sgozzano le capre nei templi, feste della fertilità cui accorrono islamici e cristiani, sciiti che festeggiano con i sunniti l'apertura delle moschee. Non sono solo le periferie d’Europa. Sono anche le periferie delle fedi. Periferie speciali, dove i monoteismi oggi in conflitto generano - a sorpresa - terreni di coabitazione. Ed è un mistero che proprio questi territori, devastati da tanti massacri e deportazioni, siano riusciti a generare una capacità di incontro che altrove il mondo sta perdendo. Fedi passionali, che i chierici dell’Islam, del Cristianesimo o dell’Ebraismo bollano spesso come superstizione. Fedi popolari, radicate al territorio, all’anima delle acque, dei boschi, alla tomba di un profeta o di un santo. Ma capaci, anche, di travolgere le frontiere implacabili delle confessioni. Una risorsa formidabile, miracolosa e spesso ignorata.

Chi è
Monika Bulaj, polacca, fotografa, antropologa e scrittrice vive a Bergamo. Pubblica reportage, abbinando in modo tutto suo immagine e racconto. Sul giornale di Ryszard Kapuscinski, la Gazeta Wyborcza, sui settimanali a colori del Corriere della Sera e di Repubblica, sull'Internazionale. Ha pubblicato "Libya Felix", Bruno Mondadori 2003, “Gerusalemme perduta” con Paolo Rumiz, Frassinelli, 2005

Hanno scritto di lei
«Se avete il sospetto che la fede non stia nelle piazze strapiene o nel marmo delle cattedrali, ma nelle periferie, nei villaggi ai confini dell'impero, allora guardate il lavoro di Monika Bulaj sui microcosmi perduti dell'Est»
La Repubblica, Roma

«Le sue foto hanno l'odore della terra umida, dell'incenso, trasmettono la luminescenza dei ceri, riflettono la chiarezza del cielo pannonico. E oggi Monika Bulaj è riconosciuta nell'universo della foto artistica»
Le Soir, Bruxelles

«Questa antropologa curiosa, colta e appassionata, viaggia dal Marocco all'Iran su linee di frontiera che non troverete sulle carte, tra ciò che conosciamo e il mondo che rimane nascosto nel cono d'ombra della storia»
L'Eco di Bergamo

«Attraversa le frontiere d'Europa per catturare le immagini di una fede bollata come «popolare, folcloristica, esaltata». Un mondo di minoranze che il Muro ci ha impedito di conoscere per lunghi anni e ora rischia di sparire»
Il Riformista, Milano

«Il suo lavoro è un'occasione straordinaria di capire che non siamo solo europei, ma che ci sono minoranze culturali e religiose che il Muro tra Est e Ovest ci ha impedito per anni di conoscere»
Liberazione, Roma

venerdì 10 agosto ore 20.45 presso il Santuario di San Romedio incontro con l'autrice