Gianluigi Rocca

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L'immagine dell'invito all'inaugurazione della mostra [ Centro Studi Judicaria]

La pittura morale di Gianluigi Rocca

di Alessandro Togni

 

La mostra al Centro Studi Judicaria di Tione

Judicaria Arte, la specifica sezione voluta dal Centro Studi al fine di rendere conosciute le ricerche e le opere delle più rappresentative personalità artistiche del territorio, realizza presso la sede di Viale Dante, 46 a Tione di Trento e nei giorni compresi fra sabato 13 dicembre 2014 e martedì 6 gennaio 2015, la mostra dell’artista contemporaneo Gianluigi Rocca.

Nato a Larido nel 1957, ha frequentato l’Istituto d’Arte Alessandro Vittoria di Trento. Attualmente vive e dipinge nella frazione Cillà di Comano Terme (Tn) e a Milano dove è titolare della cattedra di disegno all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Nel 1980 tiene a Trento la sua prima mostra personale, successivamente alterna periodi in solitudine per seguire una rigorosa ricerca nel campo del disegno, a momenti in cui prosegue l'attività espositiva: Milano, Bolzano, Bonn, Venezia, Roma, Bologna, Torino.

Nel 1999 è invitato alla XIII Quadriennale d'Arte di Roma.

Nel 2002 è stato protagonista del film “Il Guardiano dei segni” di Renato Morelli, opera premiata al 50° Filmfestival della Montagna di Trento con menzione speciale della giuria.

E’ anche autore di “L’Uomo di nuvole e lana”, una monumentale monografia dedicata alla pastorizia.

Ma Gianluigi Rocca è decisamente affermato nel mondo dell’arte, anche a livello internazionale, per la sua figurazione e per la sua poetica incline a restituire realismo ed affetto alle “nature immobili” rappresentate come fossero simulacri magnetici di una memoria che per tutti noi, abitanti delle Alpi, appaiono completamente riconoscibili.

Oggetti umili di un passato non troppo lontano, della tradizione di montagna, utensili domestici che assurgono a simboli nobili della cultura contadina, diventano frammenti silenziosi di una realtà pervasa di sentimenti assorti e di dignità.

Una pittura morale quella di Rocca, iniziata nel solco dell’iperrealismo per giungere ad un realismo neoclassico dove l'azione appare sempre lontana da ciò che vediamo, come se qualcosa d’altro fosse già accaduto: rimangono solamente “deposizioni”.

L'oggetto e il suo fondale, da soli, sono il tema dell'opera d'arte, lo schermo silenzioso ed inerte dove le cose svelate nella loro nudità, non solo fisica, sembrano porsi come limite fra astrazione e figurazione. La scena solitamente si presenta in ripresa frontale, ma non di rado talune fuggevolezze si verificano attraverso disposizioni accidentali, rilasciando dialoghi fra luci e ombre di oggetti posti in primissimo piano. Una pittura del ‘Realismo’ che si impone per intenti fieramente magniloquenti, mentre attua strategie e sintesi estetiche prossime alla rappresentazione di una atmosfera carica di austerità sublime.  

L’esposizione che comprende numerose opere fra le quali “Fragili solitudini”; “Le spoglie”; “Il fagotto del dolore”; “Ombre”; “Sul davanzale di Dora”, viene presentata al pubblico alle ore 17.30 di sabato 13 dicembre 2014 con gli interventi del presidente del Centro Studi Judicaria prof. Graziano Riccadonna e del critico d’arte Alessandro Togni.