Gli anni di piombo 30 anni dopo
Paolo Morando e Giorgio Postale discutono con Vladimiro Satta, autore de “I nemici della Repubblica”
Dalla fine degli anni ‘60 agli ‘80 inoltrati, l’Italia fu scossa da una fitta serie di eventi violenti di vario tipo e di diversa matrice ideologico/politica: manifestazioni di protesta sociale aggressive e distruttive, scontri fisici e reciproci agguati fra estremisti, lotta armata praticata da formazioni clandestine, bombe, trame golpiste.
I morti furono centinaia, i feriti una moltitudine. Gli attacchi contro la democrazia furono di provenienza varia, e non già un’unica trama recitata da attori che un Grande Vecchio travestiva con costumi dai colori diversi di volta in volta.
All’origine di questi fenomeni vi fu una combinazione di tensioni sociali e di tradizioni politiche e ideologiche estremistiche le quali diedero prospettive rivoluzionarie alla protesta (o suscitarono tentazioni di risposte autoritarie).
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Tutto sommato, lo Stato sconfisse i suoi aggressori dando una prova di efficienza non disprezzabile e, a ben vedere, migliore di quella fornita di fronte ad altri problemi, alcuni dei quali si posero proprio negli stessi anni e si trascinano ancora oggi in termini sostanzialmente invariati o peggio aggravati, a differenza di quelli di ordine e sicurezza interna.
Vladimiro Satta, storico e dal 1987 documentarista del Senato, dal 1989 al 2001 si è occupato della documentazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo e le stragi. Suoi sono numerosi contributi su questi temi pubblicati nella rivista “Nuova storia contemporanea”. Ha pubblicato anche “Odissea nel caso Moro” (Edup, 2003) e “Il caso Moro e i suoi falsi misteri” (Rubbettino, 2006). Dal 2004 sono al Servizio Studi del Senato.
organizzazione: Biblioteca Archivio del CSSEO