(H)a luogo...la storia

Mostra

(h)a luogo...
performance - mostra

Il giorno 8 agosto alle ore 18 a Lasino nelle stanze di villa Ciani Bassetti ci sarà l'inaugurazione di "(H)a luogo...la storia, mostra collettiva narrata".
Cinque personaggi si aggirano nelle stanze di Villa Ciani Bassetti. Invisibili artisti, che hanno lasciato traccia attraverso le loro opere: la Donna di Cuori, il Follettone, la Regina di Coppe e uno Sconosciuto Galante. Un Occhio ha immortalato le loro fattezze ed il filo ha unito le loro esistenze, attraverso la storia che esce dalla bocca di uno Straniero, che per caso si è trovato a passare da quelle parti. E così...(h)a luogo...la storia. In quel luogo come in nessun luogo.

In esposizione opere di Angelina Pisoni, ceramista raku, Osvaldo Maffei, artista e performer, Guido Omezzolli, ceramista restauratore e Adriano Frisanco, fotografo, Luigina Lorenzi, pittrice.
Il tutto è corredato da un testo di Cristiana Pivari interpretato da Fatjon Shehaj accompagnato al pianoforte da Anna Rigo. Colonna sonora dell'evento di Lorenza Marza

è tutta una questione di amore
Non c’era una volta
perché quella volta
c’è stata o forse no.

ricordi dolcissimi legano Angelina al suo paese… tornare a modo suo… un desiderio reso reale con l’aiuto di un
gruppo di amici artisti.
Guido ceramista, restauratore,
Osvaldo eclettico pittore e performer,
Luigina pittrice,
Cristiana scrittrice,
Adriano fotografo,
Fatjon attore.
…nasce così (h)a LUOGO la storia.

PERSONAGGI NON INTERPRETATI
Regina di Coppe Angelina Pisoni
Donna di Cuori Luigina Lorenzi
Lo Sconosciuto Galante Guido Omezzolli
Il Follettone Osvaldo Maffei
Papà Dario Dario Maffei
L’ Occhio Adriano Frisanco
Il Filo Cristiana Pivari
Lo straniero Fatjon Shehaj

Colonna sonora dell’evento Lorenza Marzari
Musica al piano di e con Anna Rigo

Ha luogo... la storia
testo di Cristiana Pivari
Non sono soltanto delle fotografie…Esistevano…e da qualche parte ci sono ancora. Chissà dove, ma non importa perché io, ora, narrerò del ricordo di quella volta che c’è stata, ne ho assoluta certezza. Perché? Perché c’ero anch’io, io che venivo da lontano e che solo per caso passavo da quelle parti nel mio peregrinare alla ricerca di me stesso.
Ascoltatemi bene perché non mi ripeterò, tutto quello che dirò sfocerà dalla mia memoria e la memoria orale, la seconda volta, non è più la stessa della prima volta.
La Donna di Cuori nascondeva la sua anima sotto mille disegni, ma c’era stato un tempo in cui il suo cuore era nudo e si offriva al vento e al sole, ma faceva male. Il vento lo scompigliava e il sole lo cacciava a terra come inutile ombra, un’ombra che andava a cercare antiche tracce sotto quel terreno che l’accoglieva. Grosse chiocciole color della terra, custodite dal Follettone, ilare essere che s’aggirava nei sotterranei del globo che, se gli pareva, gliele faceva osservare illuminandole con dei lampi. Ma non sempre e non per sempre.
“Datti un tempo, Donna di Cuori” le diceva. “Non puoi nasconderti in eterno, il tuo cuore ha bisogno di sole e di calore. Devi vedere, assaporare, sentire e anche soffrire, se necessario.”
Ma la Donna di Cuori temeva che il suo cuore nudo le volasse via dal petto spazzato dal vento o che il sole, prima di schiacciarlo a terra, lo potesse bruciare.
La Regina di coppe raccoglieva l’acqua della vita in cento piccole mani concave come se con quel gesto potesse imprigionare la vita.
“Vieni Donna di Cuori” diceva, “ fatti bagnare da quest’acqua benedetta che il cielo ci manda. Il tuo cuore si inzupperà e non potrà più volare via e se il sole poi l’asciugherà non farà in tempo a bruciarlo.”
Era saggia la Regina di Coppe, molto saggia, saggia al punto che non aveva mai voluto un Re al suo fianco, perché le sarebbe stato d’impiccio, diceva. E poi, intorno a lei, non c’era nessuno per cui valesse la pena. Il Follettone? Non era interessato a farsi una famiglia, troppo occupato a riprodurre chiocciole di fossili assieme a Papà Dario che era un artista nel genere. Decine di piccoli esseri inanimati popolavano le viscere della terra e, anche volendo, non sarebbe stato l’ambiente adatto per una Regina.
Egli si era fermato in una locanda, appena fuori dal paese. Era gentile e di bell’aspetto e costruiva delle strane statuette a stele che poi vendeva nelle feste paesane. Lo Sconosciuto Galante si avvicinò alla Regina di Coppe e le diede in dono uno dei suoi menhir. Lei apprezzò quel gesto e gli permise di bere da una delle sue coppe, mentre la Donna di Cuori, in un angolo di quel mondo, stava a guardare, incerta.
“Perché sei così triste?” le chiese lo sconosciuto galante.
“È una faccenda di cuore” rispose per lei la Regina.
“Paura del dolore eh?” continuò lo sconosciuto con l’aria di chi la sapeva lunga.
Le si fecero intorno e il Follettone, riemerso dal profondo richiamato da tutto quel vociare, le posò una chiocciola sul cuore e questa prese vita come se non avesse aspettato altro che diventare un animale.
“Vedi che in te c’è la vita?” le dissero in coro.” Vedi i miracoli che sei in grado di fare con il tuo cuore? E allora non aver paura, lascia che sia. Magari coprilo un po’, non lasciare che tutti lo possano vedere, offrilo soltanto a chi sai tu.”
Poi si misero in cerchio attorno alla Donna di Cuori, improvvisarono un girotondo magico e il cuore venne coperto da mille disegni e così la Donna di Cuori sarebbe stata al sicuro.
Io ho visto tutto ciò da dietro un albero, loro nemmeno se ne sono accorti.
C’è un Filo che unisce le esistenze, non siamo soli, mai.
E l’Occhio della mia mente ha registrato tutto ed ora loro sono là, divenuti fotografie, per testimoniare che esistevano e, forse, da qualche parte, ci sono ancora.
Parola di Straniero.