Il brutto anatroccolo
L'Uovo Teatro Stabile di Innovazione
Il brutto anatroccolo
ovvero
che importa se si nasce in un pollaio quando si esce da un uovo di cigno?
con Guido D'Ascenzo
testo e regia Maria Cristina Giambruno
Il brutto anatroccolo
alzi la mano chi non si è sentito, almeno per un attimo della propria vita come il goffo palmipede della novella di Andersen.
Ebbene in questa nostra civiltà dellimmagine (e troppo poco - ahimé della sostanza) che celebra la bellezza (pseudo) e il genio (pseudo) a tutti costi e non tollera neanche lacne juvenilis - per non parlare della forfora!!! - e schiaccia chiunque non primeggi, io so, per esperienze quotidiane, che un bambino continuamente costretto a rapportarsi a un mondo così fatuo, troppo spesso si sente, consciamente o no, un povero brutto anatroccolo, rifiutato e deriso quando non abbandonato.
E allora
allora cè bisogna di credere in una metamorfosi, in un cambiamento totale che restituisca una persuasione alla vita, una voglia di combattere e conquistarsi una felicità che resista e che investa anche gli altri che amiamo.
E allora
questa messa in scena a partire da Andersen è un invito a riflettere sugli affetti veri che fanno la vita bella e degna di essere vissuta, su quanto sia importante stringere i denti e lottare per essi
e insieme è un segnale di solidarietà a tutti i brutti anatroccoli del mondo, me compresa
ma lo spettacolo, sintende, è ancora altro
Maria Cristina Giambruno