Il discorso di Chicchi: Teresa Mattei alla Costituente
Allo Smart Lab - Centro Giovani Rovereto va in scena Il discorso di Chicchi: a 75 anni dal primo suffragio universale in Italia, si ripercorre uno dei momenti cruciali della storia d'Italia attraverso la storia di Teresa Mattei
IL DISCORSO DI CHICCHI
Teresa Mattei alla Costituente
con Alessia Donadio
testo e regia Monica Luccisano
disegno scena Monica Luccisano
disegno sonoro Stefano Somalvico
disegno luci Alberto Giolitti
direzione tecnica Eleonora Sabatini
Teresa Mattei è stata la più giovane delle ventuno donne elette il 2 giugno del 1946 nella neonata Repubblica Italiana. La più giovane delle Madri Costituenti.
Aveva venticinque anni, ex partigiana con il nome di battaglia Chicchi, sempre fedele ai suoi ideali, metteva sempre in primo piano la libertà di pensiero, la libertà morale e politica, e l’impegno civile per salvaguardare i diritti dei più deboli, specialmente donne e bambini.
Quando nel 1938 entrano in vigore le leggi razziali, Teresa Mattei, che frequenta il liceo a Firenze, rifiuta di partecipare alle lezioni che promuovono la “difesa della razza”: un atto di ribellione che fu punito con l’espulsione definitiva dalla scuola. Pochi anni più tardi entra nella Resistenza con il nome di battaglia “Chicchi”.
Dopo la morte in carcere del fratello Gianfranco, suicida dopo molte torture, Teresa si impegna sempre di più nella lotta contro il nazifascismo e partecipa alla guerra civile italiana nel Fronte della Gioventù. Fonda i Gruppi di Difesa della Donna, e finisce la guerra di Liberazione con il grado di Comandante di Compagnia. È catturata dai tedeschi, torturata e violentata, ma tenacemente torna a combattere nella battaglia per la Liberazione di Firenze.
Il discorso di Teresa Mattei alla Costituente è denso e appassionato, come la sua vicenda umana. Nel corso della redazione della Carta Costituzionale, merito suo è l’inserzione nell’Articolo 3, nel comma 2, della specifica “di fatto”, un elemento cruciale per la concretezza della parità sociale:
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
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Evento pubblicato a cura di Comune di Rovereto