Il gabbiano

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2008/2009
La Grande Prosa

Teatro Stabile Bz
Il gabbiano
di Anthon Cechov
traduzione Fausto Malcovati
regia Marco Bernardi
scene Gisbert Jaekel
costumi Roberto Banci
ambientazione sonora Franco Maurina
luci Lorenzo Carlucci
con Patrizia Milani, Carlo Simoni
Maurizio Donadoni

Il capolavoro di Cechov piú rappresentato in ogni epoca

L’inizio degli anni Ottanta dell’Ottocento è un epoca di lutti e di perdite gravissime per la letteratura russa: muoiono a pochi anni di distanza Turgenev, Dostoevskij, Ostrovskij. Rimane Tolstoj, che però ha concluso la grande epoca dei romanzi. In quegli stessi anni comincia ad affermarsi uno scrittore che si rifiuta di definirsi tale: è un medico di provincia trasferitosi a Mosca, che scrive più per divertimento che per vocazione, e che racconta storie di tutti i giorni, senza la pretesa di salvare l’umanità o lanciare messaggi, ma con una precisa convinzione: la gente, per migliorare, deve vedere come è fatta, come vive, non come dovrebbe vivere. Quel medico di provincia diventerà di lì a poco, assieme a Ibsen e Strindberg, uno degli scrittori che hanno cambiato radicalmente il teatro aprendo la strada al futuro.

Il gabbiano, scritto nel 1895 e rappresentato per la prima volta a Pietroburgo l’anno successivo, è certamente uno dei quattro capolavori teatrali di Anton Cechov (1860-1904) assieme a Zio Vanja, Tre sorelle e Il giardino dei ciliegi. Amato dal pubblico e dagli uomini di teatro, è forse il suo testo più rappresentato in ogni epoca e in ogni luogo per l’importanza dei temi trattati, per la profondità dell’analisi della condizione umana e per la felicità poetica della storia e dei personaggi.
Al centro i conflitti generazionali nella doppia dimensione genitori/figli e artisti affermati/giovani artisti debuttanti e poi i ragionamenti appassionati sull’arte, sulla scrittura, sul teatro, il tutto condito da tonnellate di amore in tutte le forme e varianti possibili: vissuto, negato, nascosto.

“Per il risalto del paesaggio, per le luci sfumate e le malinconiche atmosfere, la commedia di Cechov è vicina alla pittura russa dell’impressionismo” ha scritto Angelo Maria Ripellino, ma si può ben dire con il critico russo Baluchatyj che “Il gabbiano, per la scelta del materiale tematico, è una confessione pubblica dell’autore, stilizzata in modo drammaturgico, è una giostra artistica di materiale personale” e forse proprio per questo le speranze dei giovani artisti Nina e Kostia e le amarezze degli adulti e affermati Arkadina e Trigorin, intrise come sono di amore, rivalità e gelosia ci emozionano come se le vivessimo noi stessi, oggi.

Marco Bernardi ritorna a Cechov otto anni dopo la fortunata prova de Il Giardino dei ciliegi con la sua compagnia guidata come allora da Carlo Simoni e Patrizia Milani affiancati in questa occasione da Maurizio Donadoni e da quattro giovani attori selezionati attraverso centinaia di audizioni in tutta Italia: un’importante opportunità per crescere artisticamente accanto ai colleghi più esperti.

Informazioni sulla prevendita

Vendita dei biglietti nei giorni di spettacolo presso la Cassa del Teatro dalle ore 19.00
Prevendita Showtime - Ticket