Il karnyx tra antico e moderno

Convegno

Il karnyx tra antico e moderno. La tromba celtica di Sanzeno torna a suonare con strumenti musicali contemporanei
Paolo Bellintani e Rosa Roncador, Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Ervas, Fucina Ervas. Commento del M°Ivano Ascari, Conservatorio Bonporti Trento.
Ingresso libero

Usato dai Celti in battaglia per terrorizzare i nemici, il karnyx è uno strumento insolito e curioso, una tromba da guerra che terminava in una testa d’animale. Tra i pochissimi esemplari di karnyx rinvenuti in Europa, alcuni pezzi appartenenti a due diversi strumenti sono stati ritrovati a Sanzeno, in Val di Non, Trentino, ed oggi sono oggetto di un progetto di ricerca internazionale multidisciplinare. Per vedere il karnyx ricostruito e sentirne dal vivo il suono l’appuntamento è il 10 agosto, alle 20.30, al Museo Retico di Sanzeno, dove si terrà “Il karnyx tra antico e moderno. La tromba celtica di Sanzeno torna a suonare con strumenti musicali contemporanei”. La serata, con ingresso gratuito, è realizzata in collaborazione con il Conservatorio di Musica "F. A. Bonporti" di Trento.

Saranno presenti Paolo Bellintani e Rosa Roncador, archeologi della Soprintendenza per i Beni librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento e Alessandro Ervas di Fucina Ervas che ha ricostruito lo strumento in base agli studi archeometallurgici effettuati sui frammenti del reperto ritrovati a Sanzeno. In questa occasione inoltre, Ivano Ascari, docente di tromba al Conservatorio Bonporti di Trento, e Roberto Pangrazzi, percussioni, eseguiranno brani composti appositamente per karnyx da Peter Anthony Monk, Leonardo Polato, Marcelo Burigo e Massimo Biasioni, dando luogo ad un singolare confronto, un’inusuale contaminazione tra antico e moderno, che vedrà duettare l’antica tromba con strumenti contemporanei.
Sono molte le domande alle quali gli studiosi cercano di dare risposta: come si realizza un simile strumento? E' stato portato da Celti o prodotto nella retica Sanzeno? In quali occasioni veniva utilizzata questa tromba? Che suono produceva? Gli studi archeometallurgici effettuati sui frammenti ritrovati in Val di Non hanno condotto alla ricostruzione dello strumento che dopo duemila anni torna a suonare e ridare voce ad un passato molto lontano. Un passato che appare muto, privo di sonorità e che era invece costellato di musiche che non avevano solo una funzione di intrattenimento ma che sottolineavano momenti molto importanti e pregni di significato come quello del culto, del rito sacro oppure della battaglia.
Il progetto di ricerca “Karnyx di Sanzeno”, coordinato da Paolo Bellintani dell’Ufficio Beni archeologici della Provincia, è iniziato quattro anni fa grazie a Rosa Roncador - archeologa specialista del mondo celtico – che ha riconosciuto frammenti di karnykes tra i materiali provenienti da vecchi scavi effettuati a Sanzeno. Oltre ad accurate indagini archeologiche a cura di Roncador, sono stati eseguiti approfonditi studi archeometallurgici (composizione e tracce di lavorazione del metallo) realizzati da Benoit Mille e Paolo Piccardo, rispettivamente del Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France e dell’Università degli Studi di Genova. Il confronto con strumenti simili conosciuti in altri ambiti culturali e cronologici è stato condotto da Roberto Melini paleomusicologo e docente di pianoforte del Conservatorio Bonporti Trento.
Tutto ciò per cercare di rispondere ai molti interrogativi attorno al karnyx e soprattutto per realizzare una copia funzionale dello strumento seguendo le tecniche degli antichi bronzisti. Per questo aspetto sono scesi in campo gli specialisti di archeometallurgia sperimentale dell’Ufficio Beni archeologici (Paolo Bellintani, Elena Silvestri) l’artigiano Alessandro Ervas dell’omonima ditta di Preganziol (Treviso), e il Maestro Ivano Ascari del Conservatorio di Trento.

Si è cercato dunque di capire, partendo dai dati delle analisi realizzate presso i laboratori del Louvre, non solo in che modo gli artigiani di più di duemila anni fa avessero realizzato le lamine di cui l’oggetto è fatto, ma quali utensili, spesso anche in materiali deperibili come il legno, fossero stati utilizzati. E’ in questa fase che l’esperienza dell’artigiano Alessandro Ervas, derivata da anni di sperimentazioni e da un bagaglio di saperi tramandati nella sua famiglia di padre in figlio, ha arricchito e reso possibile questo viaggio nel passato alla ricerca di antiche pratiche di lavorazione del bronzo ormai perdute. Una delle difficoltà maggiori incontrate dal fabbro risiede nella creazione, partendo da un lingotto di bronzo, di lamine sottili e resistenti. Il lavoro si è rivelato sin da subito molto complesso e si è resa necessaria una fase intermedia, che comprende la creazione di una replica in ottone, un materiale più duttile che meglio si presta alla lavorazione. Ciò che oggi risulta complesso un tempo era con ogni probabilità routine quotidiana. Accanto alle capacità dell’artigiano la ricostruzione sperimentale del karnyx ha un’importante fase di progettazione condivisa dall’intero gruppo di ricerca al fine di creare il modello da realizzare. Oltre ai frammenti rinvenuti a Sanzeno si è dunque fatto riferimento ad altri karnykes ritrovati in Europa e più precisamente in Francia (Tintignac e Mandeure). Il modello così ottenuto è stato replicato in ottone, anche per permettere al fabbro di creare tutti i supporti lignei che saranno poi utilizzati per le “preziosissime”, in quanto difficili da ottenere, lamine di bronzo.
Questa appassionante sfida è inoltre oggetto di un video documentario realizzato da Decimarosa Video che racconterà le difficoltà e le soddisfazioni del gruppo di ricercatori.
Il progetto ha suscitato anche l’attenzione di un altro gruppo di lavoro, operante sui karnykes di Tintignac (Francia). Il team francese è stato in visita a Trento e a Sanzeno nel febbraio 2011. Il gruppo italiano, assieme al sindaco di Sanzeno Marcello Bonadiman, ha avuto modo di visitare, nel giugno 2012, il sito gallo-romano di Tintignac e vedere i “magnifici sette” karnykes rinvenuti in questo sito. Sono state così gettate le basi per una collaborazione internazionale che dovrebbe portare ad una ricerca estesa a tutti i karnykes europei. (md)

Informazioni
Provincia autonoma di Trento
Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici
Via Aosta, 1 - 38122 Trento
Tel. 0461 492161
sopr.librariarchivisticiarcheologici@provincia.tn.it
www.trentinocultura.net/archeologia.asp


organizzazione: P.A.T. Soprintendenza per i Beni librari archivistici e archeologici - Museo Retico Centro per l'archeologia e la storia antica della Valle di Non