Il legno e la tela

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Se si capitasse a Praso, in una qualunque sera buia d'autunno o d'inverno, all'ingresso del paese si resterebbe stupiti da un edificio illuminato, che, con la sua semplicità, non attirerebbe altrimenti lo sguardo. Ma basterebbe fermarsi un attimo, e si resterebbe immediatamente colpiti dalla musica, a volte solamente accordi, scale, oppure prove che di solito dilagano dal primo piano; ed avvicinandosi all'entrata, incuriositi dai ritmi che animano la notte, si avvertirebbe subito un profumo nell'aria, il profumo intenso del legno, un qualcosa di amichevole e di rassicurante. Musica e legno, ma ci sarebbe dell'altro da scoprire: si sentirebbe appena il chiacchierio delle ricamatrici, le cui mani, pazienti ed instancabili, percorrono tele e lini con l'eleganza discreta d'un tempo.
E così si scoprirebbe che le serate di Praso sono tutt'altro che silenziose e solitarie. Quassù, infatti, c'è chi ha avuto - ormai si parla di sei anni or sono - l'idea e poi la costanza, a volte l'ostinazione, di portare avanti un progetto, quello della Scuola del Legno: all’inizio era impensabile che sarebbero arrivate iscrizioni da diversi paesi delle Giudicarie, dalla valle del Chiese, dalla vai di Ledro ma anche da località più lontane.
Si è sparsa la voce, si è creato un passaparola sempre più convinto, che ha portato a Praso un gruppo di persone, che anno dopo anno non ha più abbandonato questo appuntamento: trovarsi a lavorare, a scolpire, ad amare il legno. Ma chi sono, cosa li porta a preferire questa attività manuale, dopo una giornata di lavoro? Sono persone molto diverse tra loro, che probabilmente senza la comune passione per il legno, non si sarebbero mai scambiati una parola: si sono trovati, gomito a gomito, a frequentare un corso annuale o di intaglio o d'intarsio o di scultura, per imparare innanzitutto. Imparare ad ascoltare la voce del legno, ad apprendere - a volte con fatica - come trattarne la materia, come segurne la vena per trasformarla, come portare avanti un progetto, a lungo sognato. Contro l'effimera concezione del tempo presente, si è tornati ad assaporare la gradualità di una conquista, ottenuta passo dopo passo, con l'applicazione consapevole di un mestiere. Ed ora a lezioni concluse, nei risultati non si constata solo una buona Lavorazione artigianale, spesso la creatività è arrivata a veri prodotti artistici. C'è chi ha scoperto di possedere manualità e senso estetico e di saperli portare a compimento. Essenzialmente in loro si è instaurata la dimensione più completa ed equilibrata che si possa realizzare con la natura, quella fatta di conoscenza, di considerazione, di rispetto.
Inizialmente pochi di loro avevano già delle nozioni in campo scultoreo; i più avvertivano il fascino del legno, ne conoscevano l'utilizzo presso la plurisecolare civiltà contadina, ne apprezzavano la presenza nelle case di montagna. Ma questa teorica familiarità, questa consuetudine con il mondo alpino non ha loro impedito di cimentarsi ex novo ed in prima persona con le varie tecniche, di tornare sui passi dei propri vecchi ed in questo modo riallacciare i fili di una tradizione, che altrimenti avrebbe rischiato - e continua altrove a rischiare - di venir abbandonata. Lo stesso discorso vale per la Scuola di ricamo che però, diversamente dal legno, è frequentata solo dal cosmo femminile. Certi ricami trasformano con lievità di tocco la superficie della trama e propongono la stessa meticolosa applicazione dell'intarsio ligneo, dell'accostamento di legni diversi, così come la perizia dei motivi ad intaglio. E, senza presunzione, a Praso si è riusciti a portare avanti un discorso culturale condiviso, un dialogo aperto tra le consuetudini d'un tempo, tra l'intramontabile fascino della manualità, ed il desiderio di comunicare, di esprimersi attraverso il legno


organizzazione: Pro Loco di Bondone Baitoni - A.P.S. Filodrammatica la Busier di Praso (Scuola del Legno)