Il ritorno. Dentro il nuovo Iraq
Proposte d'Autore
La necessità di rivedere i luoghi della tragedia e i suoi cambiamenti ha spinto Giuliana Sgrena a tornare in Iraq dopo cinque anni dal suo rapimento. Un viaggio che affronta dapprima timidamente nella zona di confine controllata dai curdi e poi a Baghdad dove la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. La giornalista raccoglie informazioni, storie ed immagini che oggi possiamo leggere in Il ritorno - Dentro il nuovo Iraq, un taccuino di viaggio edito da Feltrinelli che presenterà a Roncone mercoledì 8 giugno per Proposte d'Autore incontri letterari in Valle del Chiese.
L'incontro si terrà alle ore 21.00 presso il Teatro Parrocchiale di Roncone e rientra nel ciclo di quattro incontri della manifestazione, quest'anno alla sua prima edizione, organizzata dal Servizio Bibliotecario Valle del Chiese in collaborazione con il BIM del Chiese, la Cassa Rurale Giudicarie Valsabbia Paganella, la Banca Valsabbina e Fondazione Aida.
L'autore
Giuliana Sgrena scrive per il quotidiano Il Manifesto dal 1988, per il mensile Modus vivendi dal 1997 e per il settimanale tedesco Die Zeit. È stata candidata per le Europee del 2009 con Sinistra e Libertà e nel Congresso fondativo del partito a dicembre dello stesso anno è stata inserita nel coordinamento nazionale.
Come cronista ha avuto modo di realizzare numerosi resoconti da diverse zone di guerra come l'Algeria, la Somalia e l'Afghanistan.
Il libro
A cinque anni dal suo rapimento, Giuliana Sgrena è tornata in Iraq. Dapprima timidamente, nella regione di confine controllata dai curdi. Poi, finalmente, a Baghdad. Ora la vita, nonostante lo stillicidio di attentati sanguinari, sembra riprendere i ritmi del periodo di Saddam Hussein. La gente torna a mangiare sulle rive del Tigri e le donne riconquistano una visibilità sociale e politica, tanto da abbandonare il velo. Insomma, la nuova strategia americana di accordarsi con gli anziani dei villaggi sunniti ha di fatto tolto spazio politico alla propaganda armata del fondamentalismo islamista. Ma alla vigilia del "disimpegno" americano nell'area, solo alcuni dei problemi paiono essere risolti. Con grande sensibilità umana e giornalistica, Giuliana Sgrena racconta perché.