Il tempo in una stanza

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Il tempo in una stanza
L’orologeria trentina del ’700 a Castel Thun

Dal 5 luglio al 13 ottobre 2013 la mostra racconta, nello spazio prezioso e raccolto della Torre della biblioteca di Castel Thun, la storia della sorprendente fioritura dell’orologeria in Trentino nel XVIII secolo. Gli esemplari esposti, molti dei quali inediti, si devono alla maestria, alle singolari capacità tecniche e all’inventiva degli orologiai locali. Forme sobrie, talvolta perfino austere, lasciano spazio alla complessità della meccanica, con diverse tipologie di suoneria e carillon, presenza di indicazioni astronomiche e di calendari, che rendono questi esemplari veri e propri emblemi sociali, simboli di agiatezza, prestigio e modernità.

Si potranno ascoltare i rintocchi di antichi orologi il prossimo 5 luglio alle 18.00 nella Torre della biblioteca a Castel Thun, gli stessi suoni che, allo scoccare dell’ora e dei quarti, risuonavano nelle sale del maniero e delle principali residenze trentine nel corso del Settecento. Simbolo di grande prestigio fino dal XVI secolo, l’orologio divenne un ambito e diffuso elemento d’arredo proprio nel XVIII secolo, quando in Val di Non, a Trento e a Rovereto si distinsero importanti botteghe, sostenute da una raffinata committenza nobiliare. Una pagina importante dell’orologeria europea fu scritta a Mocenigo di Rumo, non troppo distante dal castello dei Thun, nel laboratorio di Bartolomeo Antonio Bertolla, indiscusso protagonista di quella stagione, mentre a Brez lavorava il meno noto, ma abile, Giorgio Lorenzon.
La collocazione periferica di queste botteghe, che rivaleggiavano con quelle di Trento e Rovereto, dove si distinguevano Giuseppe Dominici e Peter Hochögger, è legata alla presenza di importanti famiglie che, abitando i numerosi castelli distribuiti lungo la valle, offrivano sicuri e ramificati canali di committenza, aperti ad un gusto sobrio, ma aggiornato. Fra di loro primeggiavano proprio i Thun, che impreziosirono le sale delle loro residenze con preziosi esemplari realizzati da Bertolla, Dominici e Lorenzon.
Il fascino per la tecnologia e l’interesse per la meccanica erano prioritari nel motivare le scelte della committenza, rispetto all’innovazione delle forme, che mantengono una loro costante e riconoscibile solidità, talvolta impreziosita da casse elegantemente intarsiate e scolpite. La loro funzione è spesso affidata a meccanismi complessi, con diverse tipologie di suoneria e carillon, presenza di indicazioni astronomiche e di calendari, che rendono questi esemplari veri e propri emblemi sociali, simboli di lusso, prestigio e modernità.