Incontro con l'autore Roberto Antolin

Convegno

Sabato 20 febbraio alle ore 18 agli Spazi livioRossi di Borgo Valsugna
incontro con l’autore Roberto Antolini. Lo scrittore legge passi tratti dal suo libro Ivan il terrorista. Il racconto di un viaggio, un’intensa allegoria degli anni Settanta in Italia

Sabato 20 febbraio alle 18.00 gli Spazi livioRossi di Borgo Valsugana accoglieranno un momento dedicato alla lettura e alla riflessione attorno ad un periodo, gli anni Settanta, carico di significati e legami con la storia italiana più recente. A tracciare questo percorso saranno i brani tratti dal romanzo Ivan il terrorista (Robin edizioni, 2009) che verranno letti per quest’occasione dall’autore stesso, Roberto Antolini.

Il libro si sviluppa nei primi anni Ottanta del secolo scorso: un viaggio on the road, consumato nel brevissimo spazio di cinque giorni. Ivan è un giovane terrorista passato da anni alla clandestinità che improvvisamente, durante la preparazione di un’azione viene isolato dalla rete dell’organizzazione, colpita da una repentina ondata di arresti. Interrotti i contatti con il resto del gruppo, il protagonista intraprende un viaggio solitario che lo porterà a conoscere le strade, i piccoli paesi, il paesaggio del Nordest, fra Veneto e Trentino.

Il racconto della storia di Ivan rappresenta anche il tentativo di scalfire il muro di silenzio e “non detti” di cui è costellata la stagione degli anni Settanta in Italia. Antolini si avvicina a questo tema tenendo una distanza misurata fra la narrazione e un periodo storico difficile da inquadrare attraverso le troppo strette categorie del bene e del male. Dall’esterno di questa struttura narrativa, con la tecnica del flashback, introduce nella storia elementi di memoria e riflessione: i miti giovanilistici degli anni ’70, come la musica di quegli anni, dai Sex Pistols alla rock-wave degli anni Settanta, vera e propria colonna sonora di una generazione che in quel periodo viveva gli anni della giovinezza, l’album di famiglia della sinistra italiana, i vari passaggi dell’approdo alla violenza clandestina.
Sullo sfondo, fra vecchie case e palazzi antichi, piazze con annessa chiesetta e autostrade, prende forma il senso di estraneità e marginalità di Ivan rispetto allo spazio e al tempo nel quale si muove.

Nel romanzo emerge anche il familiare paesaggio della Valsugana, filtrato dagli occhi del protagonista: Ivan scruta con occhio attento tutto quello che lo circonda, registrando ogni minimo dettaglio. Così viene restituito in un passaggio del libro l’intreccio fra il suo destino, la vita degli abitanti e l’ambiente che in quel momento lo accolgono da clandestino: “Gli abitanti, quando c’erano, dovevano avere quel castello davanti agli occhi tutto il giorno, incombente di fronte alla loro casa ai margini del bosco. Chissà quando se ne erano andati, se erano solo scesi un po’ più a valle in una delle case che si scorgevano sotto lungo il fiume, o in una delle case di Borgo, che lì dall’alto adesso si intravedeva giù in fondo alla conca, o se erano invece proprio andati via come il padre di Mary, per miniere e fabbriche dell’Europa centrale o magari dell’America. Fu tentato di scendere proprio per quella costa pratosa, senza bosco. Ma pensò che sarebbe stato visibile, qualcuno delle case sotto avrebbe potuto notare la sua figura scendere per il prato sotto la casa abbandonata, insospettendosi dell’insolita presenza. Così rifece la strada di prima, fissandosela ancor più in mente...”. Fino all’inevitabile doloroso epilogo.

Roberto Antolini (Trento, 1950) lavora attualmente presso la biblioteca del MART. Ha curato diversi cataloghi artistici e collabora a riviste letterarie e culturali. Ivan il terrorista è il suo primo romanzo.


organizzazione: Sistema culturale Valsugana orientale - Arte Sella