Incontro con la scrittrice Antonia Arslan

Convegno

Antonia Arslan, La masseria delle allodole, Rizzoli, 2004

partecipa anche Siobhan Nash-Marshall

In questo suo romanzo, Antonia Arslan attinge alle memorie familiari per raccontare la tragedia di un popolo "mite e fantasticante", gli armeni, e la struggente nostalgia per una patria ed una felicità perdute.
Yerwant ha lasciato, appena tredicenne, la casa paterna per studiare nel collegio armeno di Venezia. Ora, dopo quasi quarant'anni, sta ultimando i preparativi per il viaggio che lo ricondurrà alla Masseria delle Allodole, tra le colline dell'Anatolia, dove potrà finalmente riabbracciare i suoi cari.
La notizia diffonde nella cittadina natale, inebriata dai gelsomini in fiore e dai dolci preparati per la Pasqua, un'euforica frenesia che pervade lo scorrere quieto dei giorni.
Giorni intessuti dalle pigre partite a tric-trac nella farmacia del fratello Sempad, giorni colorati dai sogni d'amore delle sorelle, Azniv e Veron, e dalla festosa confusione dei bambini, su cui vigila la mamma Shushanig.
Si sta organizzando la festa di benvenuto e tutti, parenti e amici, sono invitati a prendervi parte. La Masseria è rimessa a nuovo, per completare l'opera è stato perfino ordinato da Vienna un pianoforte a mezza coda.
Ma siamo nel maggio del 1915. L'Italia è entrata in guerra e ha chiuso le frontiere mentre il Partito dei Giovani Turchi insegue il mito di una Grande Turchia, in cui non c'è posto per le minoranze.
Yerwant non verrà e non ci sarà alcuna festa. Al suo posto solo orrore e morte.
Qui inizia, per le donne armene della città, un'odissea segnata da marce forzate e campi di prigionia, fame e sete, umiliazioni e crudeltà.
Nel loro cammino verso il nulla, madri, figlie e sorelle si aggrappano disperatamente all'esistenza e tengono accesa la fiamma della speranza.
Sarà grazie alla loro tenacia, al loro sacrificio e all'aiuto disinteressato di chi rifiuta di farsi complice della violenza che tre bambine e un "maschietto-vestito-da-donna", dopo una serie di rocambolesche avventure, riusciranno a salvarsi e a raggiungere Yerwant in Italia. E sarà lui a garantire per loro un futuro e custodire le "memorie oscure" che oggi la nipote Antonia ha trasfuso in un romanzo dolce e straziante come una fiaba.


organizzazione: Assessorato alla cultura del comune di Levico Terme - in collaborazione con il Centro Studi sull'Europa Orientale