John Gabriel Borkman

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2013/2014
La Grande Prosa

Artisti Riuniti / Teatro Eliseo
John Gabriel Borkman
di Henrik Ibsen
traduzione Claudio Magris
regia Piero Maccarinelli
scene Carlo De Marino
luci Umile Vainieri
musiche Antonio Di Pofi
con Massimo Popolizio, Lucrezia Lante della Rovere, Manuela Mandracchia

Massimo Popolizio torna a essere protagonista della stagione dello Stabile, dopo anni di assenza dalle scene bolzanine, per interpretare John Gabriel Borkman, dramma quanto mai attuale scritto da Henrik Ibsen nel 1896. Sia che parli di famiglia sia che racconti di classi sociali, di poteri politici o di finanza, lo scrittore norvegese riesce sempre a essere nostro contemporaneo. Parte della trilogia che concluse la sua carriera,John Gabriel Borkman offre il ritratto di un titano caduto, un uomo d'affari che per finanziare un sogno grandioso ha bruciato la sua integrità morale assieme alla sua capacità di dare e ricevere amore. Toccato dal disonore, dissolta la stima degli altri nei suoi confronti, Borkman si sente ancora un creatore, un artista della finanza, e non sembra disposto a considerarsi un vinto. Accanto a lui, il suo unico amico, Foldal, autore di un testo mai pubblicato, creatore a sua volta di qualcosa che non vedrà mai la luce. Alle vicende del finanziere si intrecciano quelle delle due sorelle Rentheim - la moglie e la ex amante di Borkman - e si contrappongono le scelte della generazione dei figli ventenni, più consapevoli della limitatezza del loro agire nel mondo: si deve soprattutto bruciare la vita, aggredirla a morsi e viverla non nell'attesa del compimento di un progetto, ma nella certezza della sua brevità.
La sapiente regia di Piero Maccarinelli ha affidato a Claudio Magris il compito di tradurre nuovamente il testo per ridurlo all'essenziale, in uno slancio ricco di tensione che, senza soluzione di continuità, conduce verso l'algido epilogo. La sua messa in scena è nitida, glaciale come la tragedia di Borkman e le sue frustrazioni; gli attori da lui scelti, Massimo Popolizio, Lucrezia Lante della Rovere e Manuela Mandracchia in primis, sono acuminati come lame, crudeli e concreti secondo le più spietate leggi del mondo degli affari.
«Credo che tutto questo sia un materiale violentemente contemporaneo, con un plusvalore, se a interpretare questo grande testo è una generazione di attori che ha potuto sfiorare le utopie da un lato e che ne ha visto la devastazione dall'altro» afferma Maccarinelli. «Un Borkman della mia generazione dunque, dove l'attrazione erotica, l'eros e il thanatos siano generazionalmente percorribili. Ed ecco la scelta di Massimo Popolizio, Manuela Mandracchia e Lucrezia Lante della Rovere nei tre ruoli principali. Un Borkman per provare a comunicare ai nostri contemporanei le geniali parole di Ibsen, in un'ambientazione volutamente essenziale e più vicina a noi.»