L'Avaro
Teatro Molière - Compagnia dell'Olmo
L'Avaro
di Molière
con Mario Scaccia, Edoardo Sala
regia di Mario Scaccia
L'immortale opera di Molière si incontra con l'interpretazione di un grande artista.
Una Compagnia di Comici (antichi o di oggi - non hanno né età né connotati - ma quella famiglia di girovaghi dinanzi alle cui meraviglie s'incantò lo stupore dell'adolescente Molière, e dai quali trasse le mosse e tanto materiale per il suo teatro per nulla accademico) arriva su una piazza a recitarvi appunto la commedia dell'Avaro. Poi i Comici, prima di salutare il pubblico, ne commentano la morale. Un cavallo di battaglia di Mario Scaccia, L'Avaro di Molière, di cui ha curato l'adattamento oltre alla regia e che vede ancora una volta l'attaccamento del grande attore al commediografo francese al quale ha dedicato anche il suo teatro.
Perché L'Avaro di Molière Questa mia trasposizione è l'opera di un attore che s'illude di possedere una sensibilità ed un'esperienza di palcoscenico atte a poter ricreare nella propria lingua quella scioltezza e quelle coloriture indispensabili al gioco scenico non perdendo mai di vista che la preoccupazione prima di Molière fu quella di fare comunque spettacolo. E non per nulla ho inventato, a scanso di querele l'espediente dei Comici che recitano la commedia, prendendo così vari piccioni con una fava: primo, quello di poter aumentare la vivacità del testo volendone fare spettacolo popolare, e l'altro, non meno importante, di trovare giustificazione legittima a qualche arditezza interpretativa e a qualche apparente tradimento. Inoltre mi era indispensabile rendere accettabili al pubblico di oggi situazioni e personaggi non altrimenti possibili se non in un dichiarato gioco di teatro nel teatro: vedi per tutti il Signor Anselmo. Lo stesso Arpagone andava rivisitato prima di riproporlo protagonista tragicomico al centro di una festa di teatro fatta di gags, di simmetrie e meccanizzazioni prese di peso dai giochi della Commedia dell'Arte e dagli equivoci del prototipo plautino di Aulularia. Evidentemente Molière scriveva per sé e per i suoi comici, ed è questo che io ho voluto rifare: riscrivere per me e la mia Compagnia. Ho riscritto la commedia rivivendo la nella trasfigurazione registica che mi proponevo, adattando le battute per metterle in bocca agl'interpreti che avrei avuto a disposizione, nella preoccupazione massima di liberare quanto mi premeva salvare dal contesto seicentesco e dalla sua convenzione per restituirlo integro nell'essenza indatabile della sua sostanza e del suo gioco scenico. Devo confessare che tutto questo non mi è stato difficile, anche se apparentemente può sembrare che mi sia lasciato andare a macroscopici arbitri. Come là dove faccio dire a Frosina: «Sarei capace di combinare un matrimonio fra un Arabo e un'Ebrea», reinventando la battuta di Molière che dice testualmente: «Je marierais le Grand Turc avec la République de Venise». Nell'interpretazione registica, che ha guidato, come dicevo, la mia trascrizione, c'è stato inoltre l'intento di approfittare di questo testo per celebrare l'attore, e non ho trovato di meglio che riportare Molière alle sue origini e alla sua autenticità di teatrante, vale a dire di chi colloquia con il pubblico. Tutto il resto è letteratura.
Mario Scaccia
Biglietti in vendita presso:
Sportelli delle Casse Rurali Trentine fino alle ore 15.30 del giorno dello spettacolo o del venerdì precedente se lo spettacolo è programmato di sabato o di domenica
Biglietteria teatro il giorno dello spettacolo dalle ore 20.00
organizzazione: Coordinamento Teatrale Trentino - Comune di Mezzolombardo - Circolo Culturale '78