L'albero dell'Amore. Graffiti su faggio nelle fotografie di Flavio Faganello

Mostra

In mostra 90 fotografie in grande formato, tutte dedicate all'allegoria delle scritte e dei segni d'amore incisi sulle cortecce di faggio. Un vero "Albero dell'amore", prescelto elettivamente tra le altre specie del bosco di mezza montagna per via della tessitura della sua corteccia. L'esposizione fotografica è introdotta da una descrizione dell'ambiente della faggeta, descritta nel suo mutare nelle quattro stagioni, nel rapporto con l'ecosistema alpino, nelle sue caratteristiche vegetazionali e di ruolo nell'economia forestale.

Le immagini di Flavio Faganello (fotografo di fama internazionale) sono il frutto di cinque anni di ricerca. Cinque anni con frequenti puntate nei boschi, alla caccia appunto dei graffiti incisi su faggio. Le ambientazioni sono quelle della mezza montagna trentina, l'habitat di questo importante componente della forestazione alpina. I temi prevalenti sono quelli dell' amore, simboli di fedeltà eterna, sprazzi di gioia, ma anche citazioni più complesse e riferite al particolare momento storico: una sorta di archivio vivo della storia degli ultimi quarant'anni.
Occorre segnalare che molto spesso, per via della sua ecologia, la faggeta si trova in contesti ambientali gradevolissimi e adatti alle passeggiate. Per citarne alcuni (limitandoci all'ambito trentino): la Valle di Ledro, i Monti Lessini, Lagolo, Lamar, La Mendola, Val di Cembra, Val di Sella, Valsugana, Lavarone, e i dintorni di Trento. E sono proprio questi luoghi quelli preferiti dagli ignoti incisori che Flavio Faganello così sapientemente ha saputo documentare. La possibilità di localizzare ogni scatto trasforma così questa mostra in una originale proposta di "itinerario" ideale sulle tracce dei sentimenti.
L'importante ruolo che tocca, nell'organizzazione della mostra, al Servizio Foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, è anche la dimostrazione di come queste immagini parlino sì il linguaggio dell' ;arte fotografica ma siano anche capaci di raccontare e documentare l' impegno e il lavoro di molti. Sono alcuni passaggi dei testi che accompagnano nel catalogo della mostra le fotografie di Faganello, a farci intuire cos' è oggi un bosco. Scrive Michela Zucca: "Un bosco, senza la gente che lo frequenta ogni giorno e ne estrae legna, erbe, funghi, selvaggina, frutti, sarebbe un insieme di alberi, descrivibile geograficamente per la sua posizione sulla crosta terrestre, e floristicamente per le specie di piante di alto e basso fusto. Per chi ci abita vicino, invece, vuol dire i secoli che i suoi antenati ci hanno messo per selezionare le specie, per disboscare le terre più alte, e trasformarle in pascolo; vuol dire i sentieri che sono stati tracciati nel corso degli anni; vuol dire casa, paesaggio familiare". Lucio Sottovia nota invece come la "faggeta è un elemento centrale del paesaggio montano, tanto nella configurazione visiva, quanto in quella, per così dire strutturale, del territorio e dell'ambiente". È a questo paesaggio montano - che Faganello coglie poeticamente con la sua macchina fotografica - che prestano attenzione, giorno dopo giorno, coloro che sono chiamati a "difendere" e valorizzare la ricchezza rappresentata appunto dai boschi. Una ricchezza che il Trentino - ; terra dove il bosco è presenza continua, costante, spesso rassicurante - conosce bene.

L'AUTORE
Flavio Faganello, fotografo, reporter e giornalista, è nato a Malé nel 1933. Gli inizi dell'attività professionale sono riconducibili ai primi anni Cinquanta in un significativo momento che corrisponde all'ultima stagione dei grandi fotografi trentini del Novecento. Profonda sensibilità e grande conoscenza del mezzo tecnico gli permettono in breve tempo di ottenere lusinghieri riconoscimenti che lo qualificano come il più completo e attivo fotografo del Trentino.
Per oltre quarant'anni Faganello "scava" nel paesaggio, indaga l'uomo protagonista del mondo alpino, denuncia, con misura ed ironia, il repentino cambio di costume che nel dopoguerra muterà il volto della sua regione. Nel 1966 il giornale "La Nazione" di Firenze gli assegna la medaglia d'oro per il reportage sull'alluvione.
Nel 1974 presenta la mostra La donna Mòchena e nel 1987 Storie di una storia su invito del Museo Provinciale d'arte di Trento. Nel 1994 riceve a Todi il primo premio europeo "Un libro per il Turismo" con il volume Castelli del Trentino (coautore Roberto Festi). Nel 1995 il Museo Ebraico di Vienna lo invita alla mostra internazionale Heimat. Auf der Suche nach der verlorenen Identitat e nel 1997, alla Kunsthalle di Vienna, partecipa su invito alla mostra Alpenblick. Die zeitgenossische Kunst und das Alpine. Nel 1997 il Museo Nazionale della Montagna di Torino ospita la mostra personale Storie Trentine. Nel 1998 al Museo Tridentino di Scienze Naturali di Trento viene allestita la mostra Spaventapasseri, frutto di un'appassionata ricerca durata vent'anni, che in seguito diviene itinerante in Italia e all'estero. Del 2000 sono le mostre Contrapposizioni in occasione del Filmfestival di Trento, La Valle di Sole al Castello di Caldes e Trento. Cronache 1950-2000, promossa dal Comune di Trento.
Come autore o coautore realizza numerose pubblicazioni. Tra le più significative: Solo il vento bussa alla porta, Gli eredi della solitudine, I segni della storia, Il pane di S. Egidio (Saturnia); Trentino (Temi); La valle dei Mòcheni (Manfrini); Dialoghi nella notte, Gocce di primavera, Luci d'estate, sinfonie d' autunno, Fantasia d'inverno (Editoria); Attimi del Trentino (Pheljna); Trentino 360°, Castelli del Trentino, Laghi del trentino, Tesori del Trentino, Mondo contadino. Trentino 1960-1990 (Priuli & Verlucca); Trentino- Alto Adige. Il mio mondo (Premio ITAS 1993, edito in proprio).


organizzazione: Sistema Culturale Valsugana Orientale - Associazione Storico Culturale Valsugana Orientale e Tesino - Mostra permanente della Grande Guerra in Valsugana e sul Lagorai - Associazione TriFolium