L'enfant. Una storia d'amore

Cinema

Effetto Notte. Cineforum 2005/2006

Belgio/Francia, 2005
Titolo originale: L'enfant
Genere: Drammatico
Durata: 95'
Regia: Jean-Pierre e Luc Dardenne
Cast: Jérémie Renier, Déborah Francois, Jérémie Segard, Fabrizio Rongione, Olivier Gourmet
sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
produzione: Les Films du Fleuve, Archipel 35, RTBF, Scope invest, Arte

Bruno e Sonia sono molto giovani e hanno appena avuto un bambino, il piccolo Jimmy. La coppia sopravvive con il sussidio percepito da Sonia e i piccoli furti compiuti da Bruno con la sua banda. Bruno si troverà costretto ad affrontare il nuovo ruolo di padre nonostante il desiderio di libertà e il suo esclusivo interesse per il denaro...

“L’Enfant” esplode sullo schermo in silenzio, come il suo finale senza alcun commento sonoro. Un’esplosione minima, fatta di echi che la regia orchestra in maniera da risuonare dopo, a luci accese in sala: i sottintesi, le domande, i tentativi di delineare un possibile futuro per i personaggi che si sono affannati fino ad un istante prima sullo schermo.
Tre individui si agitano alla periferia di una città belga senza identità, e conducono le loro vite in questa zona liminale, che non è altro se non il corrispondente architettonico e urbanistico del cosmo morale in cui si trovano, di volta in volta, a prendere le loro decisioni. L’occhio-sonda della macchina da presa fluttua senza alcun rumore, senza imporsi come tentativo di ricostruzione dell’esperienza, aspettando semplicemente che la giovane coppia faccia le proprie mosse a partire da un nuovo dato: un figlio.
Sonia, piccola più che giovane, Bruno, la cui visione del mondo appare completamente inscritta all’interno di un’unica istanza: tradurre in denaro qualsiasi cosa. E Jimmy, l’enfant, appunto, il neonato. Queste le tre figure, che sembrano compiere le proprie azioni all’insegna della passività, rispondendo ad esigenze appartenenti a categorie che non tardano a rivelarsi come inconciliabili, incongruenti. Dare affetto e prendersi cura, da una parte, sopravvivere senza entrare nel meccanismo produttivo della società dall’altra; in mezzo il puro, essenziale vivere rappresentato dal piccolo Jimmy.
Non ci sono scelte. Dov’è l’individuo? I Dardenne sembrano cercarlo senza trovarlo, e la macchina da presa è una lanterna di Diogene in mezzo alle strade, ai dormitori, nell’acqua di un canale, in un garage in penombra. Il cinema dei Dardenne si rivela questo: un teatro sociale la cui forza e maturità è del tutto compiuta laddove, come anche in quest’opera succede, una nicchia formale di indiscutibile forza ed efficacia si riempie di una narrazione lucida, fredda, scevra da qualsiasi modello etico tradizionale, eppure straordinariamente morale.

NOTA: Palma d’oro al Festival di Cannes 2005


organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte"