L'immagine dei lumi

Convegno

È passato un anno da quando l'Amministrazione comunale di Tassullo ha voluto celebrare il bicentenario della morte di uno dei suoi cittadini più illustri, l'illuminista Carlo Antonio Pilati. Il successo che quest'iniziativa ha riscosso è stato frutto di una proficua collaborazione tra il Comune dì Tassullo, l'associazione Pro Cultura - Centro Studi Nonesi ed il prof. Stefano B. Galli. Il prezioso lavoro di ricerca di quest'ultimo ha dato la possibilità di conoscere e valorizzare nel migliore dei modi la vita e l'opera dell'illustre figlio di Tassullo. Così, un anno dopo la conclusione di queste celebrazioni, il Comune di Tassullo propone una mostra permanente a lui dedicata, allestita nelle sale del palazzo municipale, un tempo residenza dello stesso Pilati. ln essa, di particolare pregio è il ritratto di Pilati realizzato nel 1795 da Domenico Zeni, esposto grazie alla disponibilità della Provincia Autonoma di Trento, che ha acquistato il dipinto offrendolo poi alla comunità di Tassullo: un importante pezzo di storia può così oggi tornare all'ammirazione e alla cura dei cittadini di Tassullo. La mostra ospita pure una serie di volumi appartenenti alla biblioteca di Pilati, uno stemma di famiglia e altri oggetti, simboli di storia e di cultura che il Comune di Tassullo si onora di poter mettere a disposizione della collettività.
Luciano Mendini Assessore alla Cultura del Comune di Tassullo

Pregevole iniziativa quella del Comune di Tassullo che intende ricordare la memoria di un suo illustre concittadino, il noto giurista, storico e filosofo Carlo Antonio Pilati (1733-1802), riservandogli uno spazio celebrativo allestito nell'atrio del Municipio. Il percorso espositivo è costituito dallo stemma di famiglia e da alcuni volumi della prestigiosa biblioteca del noto illuminista, ceduti dai discendenti, ai quali si affianca e diviene la testimonianza più significativa il ritratto del Pilati stesso, eseguito dal pittore neoclassico Domenico Zeni nel 1795 ca. per il barone Antonio Gaudenti, collezionista trentino che, com'era nell'uso del tempo, voleva creare una galleria di immagini di uomini famosi.
Il dipinto, recentemente acquisito alle collezioni provinciali, è stato messo a disposizione ben volentieri dall'Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, nella convinzione che la valorizzazione di un'opera artistica quale testimonianza della storia di una Comunità ne rinnovi e rafforzi il senso di identità, garantendo il conservarsi di quella memoria storica, che è alla base della nostra crescita culturale e civile. La fruttuosa collaborazione tra Provincia e Comune ha permesso quindi l'allestimento di un interessante percorso culturale che, ci auguriamo, darà l'avvio ad ulteriori approfondimenti sulla complessa personalità del Pilati che, attraverso i suoi studi, ha aperto le porte del Trentino al Settecento europeo.
Claudio Molinari Assessore all'Istruzione, Formazione professionale e Cultura della Provincia Autonoma di Trento

L'IMMAGINE DEI LUMI
Il noto illuminista trentino, personaggio chiave per il rinnovamento culturale avvenuto in regione nella seconda metà del Settecento, è raffigurato con sobria eleganza abbigliato con una giacca marrone, dai toni caldi, bordata di pelliccia, che contrasta con il ricco collo della camicia da cui emerge lo jabot bianco che illumina il volto, circondato dai capelli arricciati, abbondantemente incipriati. Il ritratto si mostra chiaramente di rappresentanza per l'ufficialità della formula iconografica in cui il personaggio volge lo sguardo deciso verso lo spettatore, mostrando il dorso del libro che tiene in mano sul quale si legge il titolo: "Vojages en differens pays", del quale è autore egli stesso e che sottolinea la sua passione di viaggiatore oltre che di studioso e letterato. Dalla consultazione di alcune lettere autografe del Pilati, conservate nelle Biblioteca Comunale di Trento, si può ricondurre il dipinto alla committenza del barone trentino Antonio Gaudenti che intendeva inserire l'immagine del Pilati nella sua collezione di effigi di uomini illustri. Del dipinto sussistono due versioni pressoché identiche che testimoniano come il Pilati volesse soddisfare al meglio le richieste del barone chiedendo all'artista prescelto una prima prova del suo ritratto da identificarsi probabilmente con quello attualmente esposto a Tassullo, considerato che l'altra versione, conservata in collezione privata trentina, risulta maggiormente definita nei particolari, tra i quali l'inserimento di una libreria dietro le spalle del personaggio. Quanto il Pilati fosse lusingato dalla proposta del nobile collezionista trentino appare evidente dalla scelta dell'autore per il suo ritratto che, come si evince dalle citate lettere, individua inizialmente in Karl Henrici, pittore di grande qualità che domina la scena bolzanina per tutta la seconda metà del Settecento. La scelta finale però, come dimostrano inequivocabilmente i caratteri stilistici dell'opera, dovette ricadere sullo Zeni, artista la cui attività pittorica è stata recentemente messa in luce attraverso una mostra monografica, a lui dedicata nel 2001, presso il Museo Civico di Riva del Garda. Domenico Zeni (Bardolino 1762 -Brescia 1819) soprannominato il Pittorello, inizia precocemente la sua attività in Trentino, intorno al 1780, come pittore di corte del Principe Vescovo Pietro Vigilio Thun, ma ben presto sviluppa una sua autonomia operativa intrecciando rapporti con l'ambiente roveretano dell'Accademia degli Agiati, con le nobili famiglie locali come i de Taxi s, i Bossi Fedrigotti, i Bortolazzi e i Saracini e con figure chiave della vita politica trentina quale il cancelliere vescovile Francesco Vigilio Barbacovi, il conte Antonio Consolati, e coma già detto il Pilati, il cui ritratto, databile intorno al 1795 ca., si inserisce proprio nel momento più fecondo della sua attività, quando lo Zeni esegue pure una serie di ritratti di altri celebri personaggi trentini, probabilmente ripetuti in serie per committenze diverse. La sua attività di ritratti sta culmina nella tela raffigurante la Guardia Nazionale (1806), documento storico ed artistico eccezionale in cui riesce a far sfilare tutti i centotrenta componenti, le cui fisionomie sono delineate dal vero, riuscendo a conferire una dignità ritrattistica inedita ai protagonisti di una nuova Italia democratica, come già aveva fatto per il ritratto del Pilati, cogliendo insieme alla verità fisionomica del soggetto la sua dignità intellettuale.
Marina Botteri Ottaviani Ufficio Beni Storico-Artistici Servizio Beni Culturali


organizzazione: Comune di Tassullo - Provincia Autonoma di Trento Assessorato alla Cultura