La Rosa Bianca

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2012/2013
La Grande Prosa

Teatro Stabile di Bolzano
La Rosa Bianca
di Lillian Groag
traduzione Angelo Dallagiacoma
regia Carmelo Rifici
scene Guido Buganza
costumi Margherita Baldoni
luci Giovancosimo De Vittorio
con Andrea Castelli, Irene Villa, Alessio Genchi

Un gruppo di studenti contro Hitler, emblema della ribellione non violenta

"... non si sente colpevole di aver diffuso e aiutato la Resistenza, mentre i nostri soldati combattevano a Stalingrado? Non prova dispiacere per questo?" chiese un ispettore della Gestapo. "No, al contrario! Credo di aver fatto la cosa migliore per il mio popolo e per tutti gli uomini. Non mi pento di nulla!" Con queste parole si concluse il lungo interrogatorio a Sophie Scholl che portò alla sua condanna a morte. Una sorte condivisa anche dal fratello maggiore Hans. Era il 22 febbraio del 1943. Sophie aveva 22 anni, Hans 25. Scritto dalla drammaturga americana Lillian Groag e messo in scena per la prima volta nel 1991 a San Diego, La Rosa Bianca racconta gli ultimi giorni di vita della studentessa antinazista tedesca, attivista del gruppo della "Rosa Bianca" ed emblema della ribellione non violenta al Reich. Uno spettacolo presentato in prima nazionale, a confermare il costante impegno del Teatro Stabile di Bolzano nei confronti della drammaturgia contemporanea. 1942: un gruppo di studenti dell'Università di Monaco decise di denunciare apertamente le atrocità del regime nazista sostenendo che la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra mondiale sarebbe stato l'unico modo per rovesciare il regime di Hitler. Resero pubblico il loro pensiero in cinque volantini anonimi diffusi in Germania e in Austria durante l'estate del 1942 e l'inverno del 1943.
Il sesto volantino, intitolato "Il movimento di resistenza in Germania", venne distribuito all'Università di Monaco il 18 febbraio 1943, in coincidenza con la fine delle lezioni. In questa circostanza, i fratelli Sophie e Hans Scholl, giovanissimi fondatori del movimento, furono fermati e successivamente arrestati. Robert Mohr, l'ispettore di polizia al quale fu affidato il caso, restò colpito dalla personalità di Sophie, la più giovane e l'unica donna fra i cospiratori.
Inizialmente Mohr non prese troppo sul serio il reato di aver distribuito quei volantini, nonostante sapesse che per il Terzo Reich si trattava di un crimine gravissimo di propaganda contro Hitler. Mohr avrebbe voluto salvare Sophie dalla certezza di un'esecuzione capitale e cercò di ottenere da lei una confessione in cui dichiarasse di non essere cosciente della gravità delle azioni che stava compiendo e di essere stata plagiata dagli altri studenti più grandi di lei. Ma Sophie replicò spiegando che si batteva per ciò che riteneva giusto, dimostrando fino in fondo la lealtà verso gli altri compagni. Dopo il successo di Avevo un bel pallone rosso di Angela Demattè, Carmelo Rifici, uno dei registi più affermati e impegnati dell'ultima generazione, torna a dirigere Andrea Castelli, che vestirà i panni dell'ispettore Mohr. Al suo fianco i giovani Irene Villa e Alessio Genchi nei panni di Sophie e Hans Scholl. In occasione del "Giorno della memoria", La Rosa Bianca verrà presentato al Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa.