La Tavola Clesiana: Roma e i popoli alpini

Convegno

Autunno Clesiano

Relatori: Elvira Migliaro e Franco Marzatico

In occasione della rassegna Antiquariato a Palazzo di Cles, il reperto bronzeo, custodito al Castello del Buonconsiglio, è eccezionalmente concesso in prestito ed esposto al Palazzo Assessorile di Cles. Giovedì 6 novembre alle ore 20.30 ci sarà una serata dove l’archeologo Franco Marzatico e la professoressa Elvira Migliario ne racconteranno la storia.

In via del tutto eccezionale, e per la prima volta in assoluto, la Tavola Clesiana, l’eccezionale reperto archeologico della Collezione archeologica del museo, è uscita dal Castello del Buonconsiglio per essere esposta fino al 9 novembre a Cles a Palazzo Assessorile nell’ambito della rassegna Antiquariato a Palazzo. Giovedì 6 novembre a Palazzo Assessorile a Cles alle ore 20.30 l’archeologo Franco Marzatico e la professoressa dell’Università di Trento Elvira Migliario ne racconteranno l’incredibile storia, il suo ritrovamento e la sua importanza storica.
La Tavola fu trovata proprio a Cles nel 1869, durante gli scavi per la costruzione dei nuovi edifici scolastici in una località detta Campi Neri. Si tratta di una lastra di bronzo, provvista di quattro fori circolari per i chiodi che ne consentivano l’affissione, e recante una lunga iscrizione latina, la più importante fra quelle trovate in tutta la regione, ma anche uno dei documenti di epigrafia giuridica più interessanti pervenuti a tutt’oggi.
L’editto inciso nella Tavola fu emesso dall’imperatore Claudio il 15 marzo dell’anno 46 dopo Cristo ed espone alcune decisioni prese dall’imperatore secondo cui viene indistintamente concessa la cittadinanza romana di pieno diritto ad alcuni gruppi etnici stanziati nella Val di Non e, presumibilmente, nella Val di Sole (Anauni, Sinduni e Tulliasses), in parte già “annessi” a Tridentum e in parte no. L’affermarsi delle nuove identità nazionali nell’Ottocento e le laceranti contrapposizioni sfociate nelle due guerre mondiali, attribuirono all’archeologia un’importanza fondamentale, a sostegno di rivendicazioni nazionalistiche. Molti dei “cultori di storia patria” coinvolti nella formazione delle collezioni, furono accesi sostenitori dell’italianità del territorio: è il caso del Conte Benedetto Giovanelli (1775-1846) podestà di Trento, cui si deve il primo nucleo collezionistico del Museo. Anche per questo particolare clima culturale, al fine di scongiurare la migrazione oltralpe della Tavola, il reperto venne prontamente acquistato per le collezioni del Museo Civico di Trento, transitate successivamente al Castello del Buonconsiglio.

Costi

Entrata libera