La città delle donne

Cinema

Effetto Notte. Cineforum 2004/2005

Francia/Italia, 1979
durata: 145'
genere: commedia
produzione Opera F. Viva Int Gaumont
distribuzione: Vale Gaumont (1980) - Domovideo, Cde Home Video, M & R
regia: Federico Fellini
cast: Marcello Mastroianni (Snaporaz); Anna Prucnal (Elena); Ettore Manni (dr. Katzone); Bernice Stegers (la signora del treno); Jole Silvani (la motociclista); Donatella Damiani (la soubrettina); Fiammetta Baralla ("Ollio")
soggetto: Federico Fellini; Bernardino Zapponi
sceneggiatura: Federico Fellini, Bernardino Zapponi
fotografia: Giuseppe Rotunno
musiche: Luis Enriquez Bacalov, Gianfranco Plenizio
montaggio: Ruggero Mastroianni
scenografia: Dante Ferretti

Sceso dal treno ove sta viaggiando con la moglie Elena, deciso a seguire "la signora del treno", Snaporaz, un uomo maturo, incauto e indifeso, si addentra nei pericolosi meandri del pluridimensionale pianeta-donna. Nel lungo viaggio che segue, il protagonista finisce per trovarsi nel bel mezzo di un albergo ove si sta svolgendo un animato e tumultuoso congresso di femministe che parlano mediante formule fisse e procedono su temi scontati che, tuttavia, Snaporaz non riesce a capire. Dopo misteriose vicende connesse con i suoi tentativi di fuga, l'uomo finisce nel castello di Katzone, un maturo santone dell'eros che vegeta in una sorta di reliquario sessuale, popolato di donne formose e provocanti, autentici simboli della donna-oggetto. Dal castello, ancora assai misteriosamente, Snaporaz finisce in un'aula di tribunale ove ritrova le femministe che lo condannano e passa in un'arena ove dovrebbero godere del suo linciaggio. Ma sale sempre più in alto sino a che non si risveglia sul treno, davanti alla moglie.

«Una fiaba che Fellini si è divertito a raccontargli (allo spettatore) ripercorrendo intenzionalmente tutte le tappe del suo cinema, qua dando spazio, ancora una volta, ai ricordi, come in Otto e mezzo e in Amarcord, là facendo il punto di nuovo sul presente, come nella Dolce vita e in Prova d'orchestra, alternando l'incubo al sogno, la visione allo scherzo e all'aneddoto, moltiplicando e variando le lingue e le tecniche, riscoprendo e rileggendo l'immaginato e il reale con un estro e una fertilità di invenzioni da lasciare spesso affascinati e stupiti». (Gian Luigi Rondi, "Il Tempo", 29 marzo 1980)
«Ancora una volta Fellini dà ragione alla psicanalisi di Carl Jung: "La donna sta laddove l'uomo ha la sua ombra, sì che spesso egli è portato a confondere la donna con la propria ombra". Con La città delle donne il regista romagnolo vorrebbe parlare del "continente donna oscuro e misterioso", delle tante donne che inquiete, violente, soavi, umiliate, esaltate, amabili, cattive, anarchiche, flebili, gli stanno nell'inconscio appena rimosso. E invece ancora una volta, sotto sogni repressi, desideri inappagati, brame eluse, finisce per parlare soprattutto di sé, rivisitando fantasmi mostruosi, inibizioni adolescenziali, vaghezze e divertimenti e sguaiataggini di un vivere giovane segnato, lungo tutta una vita di perbenismo discreto, da una acerbezza di fondo, da un vago terrore di impotenza». (Alberto Pesce, "Oltre lo schermo", Morcelliana, 1988)

Informazioni sulla prevendita

tessera annuale 2004-2005 sottoscrivibile presso:
• la biblioteca di Pergine in Piazza Serra
• la libreria Athena in Via C. Battisti a Pergine
• la libreria Punto Einaudi in Piazza Mostra a Trento


organizzazione: Circolo del cinema "Effetto notte"