La leggenda del Santo bevitore

Teatro

di Joseph Roth
Regia Massimiliano Beber
Compagnia Filodrammatica "Don Bosco" di Pergine

NOTE SULL'OPERA
Andreas è un clochard sempre ubriaco che passa le notti sotto i ponti della Senna a Parigi. Un giorno, Andreas incontra uno sconosciuto signore che gli offre duecento franchi. Inizialmente non vuole accettarli: il suo senso dell'onore glielo impedisce, poiché sa già che non potrà saldare il debito. Lo sconosciuto suggerisce allora di restituire i duecento franchi alla piccola Teresa, la statua di santa Therese de Lisieux nella chiesa dei Sainte Marie de Batignolle. Da quel momento in avanti la vita di Andreas Kartak diventa un continuo ritrovarsi e perdersi sulla strada verso quella chiesa, cercando di mantenere la parola data, perché è un "uomo d'onore". Sembra quasi desideri una sola cosa nella vita: restituire il suo debito. Ciononostante i "Pernods" di cui ha ormai perso il conto, un lontano amore dei passato, vecchi amici che riappaiono come fantasmi, una donna incontrata quasi per caso sembrano impedirglielo, Sa tuttavia che non è altro che il suo personalissimo cammino di redenzione, durante il quale riscopre che è ancora una parte vitale di questo mondo, riuscendo così ad accettare il suo destino.
NOTE SULL'AUTORE
Joseph Roth è nato nella colonia tedesca di Schwabendorf in Volynia, Slovenia (allora Galizia, impero Austro-Ungarico) nel 1894. Suo padre lasciò la famiglia prima che nascesse e mori - secondo Roth - in un manicomio ad Amsterdam; in realtà mori in Russia. Joseph Roth è diventato un giornalista politico molto prolifico e un romanziere di successo, il cui lavoro principale, il "Radetzkymarsch", è stato pubblicato nel 1932. Egli ha ritratto l'ultimo periodo della monarchia degli Asburgo illustrandone la società multietnica e sensuale dal 1859 al 1916. Ha dichiarato "Sono un conservatore e un cattolico, considero l'Austria la mia patria e desidero ardentemente il ritorno dell'impero". Ha iniziato la sua carriera come scrittore nel 1920 sotto l'influenza dei realismo psicologico francese e russo (Balzac, Stendhal, Flaubert, Gogol, Toistoj e Dostoevskij) ma successivamente i suoi lavori si avvicinarono all'impressionismo viennese (Hofmannstahi, Schnitzler)."La leggenda dei santo bevitore" ("Die Legende vom heiligen Trinker", 1939) è autobiografico (è modo alcoolizzato nel 1939 a Parigi). Questo libro è considerato il suo testamento spirituale.
NOTE DI REGIA
Lo spettacolo naturalmente parte da una riduzione teatrale del racconto "La leggenda dei santo bevitore". Nell'originale una voce narrante spiega e cuce le vicende di Andreas. Da questa voce non possiamo allora prescindere e saremo di conseguenza accompagnati da chi, come antico rapsodo, introdurrà e cucirà i vari episodi. Questo racconto, così profondo e toccante, ci riporta al temi immortali dell'onore, della debolezza dell'uomo nella sua incapacità ad opporsi alle forze dei fato, della morte. Ad introdurli, tuttavia, non saranno messaggeri funerei e malauguranti ma una sgangherata e improbabile compagnia di clown-clochard, che all'occorrenza si trasformeranno in personaggi.
Arrivano per caso e, quasi per caso, scelgono di raccontarci questa storia. Di qui una scelta per un teatro povero (di fronzoli), semplice (di concetti), ma allo stesso tempo ricco (di emozioni) e complesso (come la vita).


organizzazione: Filodrammatica "Virtus in Arte" di Malè