La lunga vita di Marianna Ucrìa

Teatro

Stagione di Prosa di Bolzano 2006/2007
La Grande Prosa

Teatro Stabile di Catania
La lunga vita di Marianna Ucrìa
Premio Campiello 1990
di Dacia Maraini
regia Lamberto Puggelli
scene e costumi Roberto Laganà Manoli
musiche Giovanna Buratta
luci Franco Buzzanca
con Mariella Lo Giudice, Luciano Virgilio

Da un grande romanzo uno spettacolo emozionante

Sulla scena una bambina gioca al suono di un carillon, un uomo entra nella stanza, le tappa la bocca e la porta via, mentre il carillon si interrompe. Dalla platea una donna, come volesse bloccare quella scena, chiama la bambina: “Marianna…”. Così si apre questa rappresentazione: Marianna donna, vede Marianna bambina e subito dopo le appare Marianna giovane e attraverso di loro, insieme a loro, si racconta iniziando un viaggio nella memoria.

Un atteso ritorno sulle scene quello di Marianna Ucrìa, l’eroina di Dacia Maraini trasmigrata con pari successo dal romanzo pubblicato nel 1990 (e vincitore del Campiello) al pluripremiato dramma dello Stabile di Catania. Arriva a Bolzano uno spettacolo che ha lasciato un segno nella memoria degli spettatori che hanno visto la produzione realizzata dal teatro etneo (premio AGIS Taormina Arte e premio IDI per la migliore regia a Lamberto Puggelli).

L’appuntamento con La lunga vita di Marianna Ucrìa si rinnova, dunque, con la fedele ripresa dell’allestimento realizzato 15 anni fa e riproposto con successo nella scorsa stagione. La versione teatrale di La lunga vita di Marianna Ucrìa è stata davvero un’importante sfida. Una scommessa vinta quella di tradurre per la scena una vicenda che non solo ha per protagonista una “mutola”, ma è imperniata sulla non comune vivacità intellettuale della stessa, che si estrinseca nella mirabile capacità di comunicare e apprendere attraverso la scrittura. Il teatro, tuttavia, per sua natura, privilegia il gesto e la parola parlata.

Avvezza alla narrazione come alla drammaturgia, la Maraini ha compiuto il passaggio dal romanzo al dramma introducendo l’efficace espediente dell’io narrante che ripercorre una saga familiare ambientata nella Palermo del Settecento, nelle sue case nobiliari che celano sotto l’estenuata ridondanza figurativa il profondo declino. La pièce segue peraltro fedelmente il romanzo incentrato sul personaggio della duchessa Marianna Ucrìa, resa muta dalla violenza sessuale subita a sei anni e tuttavia capace di contrastare la propria menomazione fino a diventare la donna più colta della società palermitana. Una vicenda provocatoriamente al femminile che inneggia all’intelligenza di una personalità vincente, in un secolo in cui essere sordomuta equivaleva ad un’interdizione a tutti gli effetti.

Informazioni sulla prevendita

Orario cassa: Nuovo Teatro Comunale di Bolzano
da martedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00, sabato dalle 10.00 alle 13.00
telefono: 0471 30 41 30