La notte della civetta
In adesione all’omonimo programma europeo “La civetta: da dea madre a maledetta. Suggestioni archeo-antropiche”.
Programma:
Ore 20.30 Centro civico di Prada, Conferenza con Domenico Nisi (Archeologo libero collaboratore MUSE Trento) e Marta Villa (Antropologa Università degli Studi di Trento).
Le civette, i gufi e tutti i rapaci notturni sono considerati uccelli del malaugurio; in particolare proprio la civetta (striges), dallo stesso nome latino dato anche alle streghe, dal verso stridente nella notte o simile ad un urlo o ad un abbaiare, ma malinconico e triste, è stata considerata negativamente nell’immaginario popolare e assimilata alle forze demoniache. Le civette e molti rapaci sono stati utilizzati anche per rappresentare in epoca Medievale gli ebrei o gli eretici poiché incapaci di vedere la luce del cristianesimo.
Tutto questo ha portato fino ai giorni nostri ad avere paura di questi animali che spesso sono state vittime innocenti della superstizione umana. Tuttavia non è possibile dimenticare che, nel corso della storia, questo animale ha assunto significati diversi, divenendo così un simbolo ambivalente.
La loro presenza nella memoria dell’umanità è antichissima e va cercata agli albori, quando l’uomo viveva immerso nella natura, più grande di lui, e, per questo, luogo da rispettare e considerare come una divinità. In preistoria infatti la civetta, secondo alcune interpretazioni antropologiche e archeologiche, non era considerata come portatrice di sventure; la sua rappresentazione era strettamente legata alla Dea Madre, figura fondamentale del panteon religioso dei nostri antenati.
L’arte dei primi uomini ha infatti rappresentato questa divinità anche sotto forma di rapace notturno o civetta, il mondo greco aveva fatto della civetta il simulacro di Atena, dea della sapienza. Il percorso archeo-antropologico di Domenico Nisi e Marta Villa vuole mettere in luce, partendo dalle rappresentazioni delle prime divinità femminili antropo-zoomorfe (la Venere di Laussel di cui gli studiosi hanno dato una nuova rilettura presentata a Parigi nel 2018 al Congresso Mondiale di Preistoria) le alterne fortune di questo animale cercando di comprendere come mai l’uomo abbia trasformato questo simboli positivo in qualcosa di negativo e malvagio.
A seguire, Passeggiata notturna nei boschi tra Prada e Saccone (portarsi lampada).
Partecipazione gratuita, non serve iscrizione.
organizzazione: Assessorato alla cultura e istruzione di Brentonico in collaborazione con Club UNESCO di Trento, EBN Italia, GIC - Gruppo Italiano Civette, Insieme per Prada, Sintesi - Museo Didattico Associazione Pedagogica e Culturale.