La pecora nera

Teatro

Pergine Spettacolo Aperto 2007

ROBA DA MATTI
storie di (stra)ordinaria follia

La pecora nera
Elogio funebre del manicomio elettrico
uno spettacolo sull'istituzione manicomiale
di e con Ascanio Celestini
suono Andrea Pesce
Teatro Stabile dell'Umbria e Fabbrica

La pecora nera, elogio funebre del manicomio elettrico, è il nuovo ed innovativo lavoro teatrale di Ascanio Celestini, giovane autore e attore romano, noto al pubblico regionale per gli spettacoli "Radio Clandestina" e "Scemo di guerra", oltre che per le sue ultime apparizioni televisive: nel programma Parla con me di Serena Dandini e La storia siamo noi di Gianni Minoli.
Ne La pecora nera, Celestini, abbandona la storia del dopoguerra, quella raccontagli dal nonno e dal padre, per cercare nella memoria recente, analizzando gli avvenimenti per comprendere la società che lo circonda. I racconto, divertente, geniale e commovente, ruota attorno al protagonista: Nicola, ragazzino disagiato e lasciato troppo solo e agli abitanti del manicomio, il "condominio dei santi" come lo chiama lui. Nicola ricorda e sogna e, ricordando racconta della sua morte e dell'infanzia, della nonna che raccoglie uova fresche per regalarle alla maestra, del capodanno del 1960 e dell'amore per la bellissima Marinella.

Celestini abbandona i panni del narratore per immedesimarsi e dar voce ai suoi personaggi: con toni, gesti, 50rrisi, tentando una nuova strada, aprendo a minimi ma significativi cambiamenti di rotta rispetto ai suoi precedenti lavori. In scena lui, solo, in abito scuro, protetto da un paravento che delimita lo spazio su cui campeggia una scritta: "sono morto ieri", un manichino e alcune bibite (simbolo evocativo di un centro commerciale) e l'immancabile sedia. Con il suo stile narrativo inconfondibile, con la sua vertigine verbale, firma uno spettacolo che ci accompagna in un mondo poetico evanescente e concretissimo, sospeso nel tempo ma estremamente attuale. La pecora nera, non è un'indagine sociologico giornalistica sul manicomio, ma un affresco surreale fatto di visioni, un racconto di immagini bellissime e struggenti, un rito funebre paradossalmente vivacissimo realizzato grazie ad un lavoro sul campo durato circa tre anni. Celestini ha indagato con l'abituale metodo antropologico, per raccogliere testimonianze di quanti hanno lavorato, I/issuto, patito il manicomio. La Pecora nera è principalmente una riflessione sulla paura, sulle tante paure che attanagliano tutti noi e non solo nel periodo dell'infanzia. La paura del buio, della solitudine, la paura di non riuscire, di non essere accettati o amati... la paura è una malattia. Ma di paura si può morire, dice Ascanio: e i rifugi possibili, allora, sembrano accettabili, umani. Come l'elettroshock: che dà tranquillità, serenità, afasia... Fa luce, il manicomio elettrico, dissipa le ombre e le angosce.

Raccolgo memorie di chi ha conosciuto il manicomio un po' come facevano i geografi del passato. Questi antichi scienziati chiedevano ai marinai di raccontargli com'era fatta un'isola, chiedevano a un commerciante di spezie o di tappeti com'era una strada verso l'Oriente o attraverso l'Africa. Dai racconti che ascoltavano cercavano di disegnare delle carte geografiche. Ne venivano fuori carte che spesso erano inesatte, ma erano anche piene dello sguardo di chi i luoghi li aveva conosciuti attraversandoli. Così io ascolto le storie di chi ha viaggiato attraverso il manicomio non per costruire una storia oggettiva, ma per restituire la freschezza del racconto e l'imprecisione dello sguardo soggettivo, la meraviglia dell'immaginazione e la concretezza delle paure che accompagnano un viaggio.
Ascanio Celestini


organizzazione: Pergine Spettacolo Aperto