La primavera del Mediterraneo

Convegno

Venerdì 6 maggio 2011, alle 20,30, a Borgo Valsugana, nella Sala "Marcellina Paternolli” (primo piano del Comune di Borgo Valsugana, piazza Degasperi), l'Assessorato alla cultura del Comune di Borgo Valsugana e il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizzano l’incontro-dibattito La primavera del Mediterraneo.
Interviene Emanuele Giordana. Con lui discute Alberto Faustini.

Come tessere di un domino, nel giro di poche settimane, i paesi del nord Africa e del Medio oriente sono stati attraversati da uno tsunami. Regimi che si ritenevano “forti” sono crollati. Si aprono degli scenari del tutto nuovi e anche imprevisti. Si è affermato il ruolo dei “social network” (facebook, twitter) ma anche manipolante e scatenante è stata l’azione svolta da alcuni canali satellitare, a partire da Al Jazeera.
Ai sommovimenti si è aggiunta la guerra libica. L’Unione Europea ancora una volta ha testimoniato la sua assenza, mentre le forti tensioni che hanno attraversato l’alleanza transatlantica, la NATO, pongono seri interrogativi su quale sarà il suo futuro.
In Libia, il mandato assegnato dalla Risoluzione delle Nazioni Unite è stato largamente superato da un intervento “umanitario” che ha trasformato la protezione della popolazione civile in attacchi contro obiettivi “politici” mirati, ovvero la liquidazione fisica del colonnello Muhammar Gheddafi.
Ma non tutti i civili, a quanto pare, meritano la stessa protezione. Quelli libici sì, quelli siriani no.
Quale assetto assumerà l’intera regione al termine di questo processo in corso è difficile da prevedere. Una delle incognite è data dal ruolo che assumeranno gli islamici radicali e i fondamentalisti.
Il referendum sulla nuova Costituzione egiziana che si è tenuto alla fine di marzo ha ha dato un risultato che non ha sopreso gli osservatori più smaliziati, quelli che non si fanno irretire dalle notizie giornalistiche non verificate o dal mito della piazza. In Egitto, con il 77% dei “si” e il 22% dei “no”, sono stati approvati gli emendamenti alla Costituzione (tra i quali l'introduzione di limiti al mandato presidenziale e la regolamentazione sull'utilizzo delle leggi di emergenza). Ma i veri vincitori del referendum sono stati i Fratelli Musulmani, che hanno scelto di allearsi al partito nazional democratico (quello che fu di Mubarak), per salvaguardare l'art. 2 della Costituzione, che sancisce la supremazia della legge islamica.
Il colonnello Gheddafi non è ancora stato liquidato, mentre con lo spettacolare intervento di un reparto delle truppe speciali statunitensi è stato ucciso Osama Bin Laden, il leader di Al Qaeda e il “nemico numero uno” degli Stati Uniti. I servizi di sicurezza di tutto il mondo occidentale ora si attendono l’innesco di una spirale di ritorsioni e vendette.
Mentre, soprattutto sul web, dilagano le ricorrenti teorie complottiste, ci si deve interrogare su quanto l’uscita di scena di Bin Laden inciderà nella guerra al terrorismo fondamentalista. Ma quanto è accaduto in quel compound di Abbottabad, praticamente accanto alla principale Accademia militare del paese e a importanti caserme, deve fare affrontare il problema del Pachistan e delle complicità con il terrorismo dei suoi servizi segreti e delle sue forze armate. Già in Pachistan, in territorio metropolitano, ben lontano dalla Tribal Zone, erano stati catturati o uccisi altri dirigenti di Al Qaeda (Khalid Sheikh Mohammed a Rawalpindi, Abu Zubayad a Faisalabad, e Ramzi Binalshibh a Karachi). Tutti ospiti di ville e appartamenti sicuri.

Non ci si può infine non interrogare se l’ondata di turbolenze e sconvolgimenti che attraversa il nord Africa e il Medio Oriente non raggiunga anche l’Asia centrale ex-sovietica. Autoritarismo, corruzione e povertà regnano sovrani in paesi che godono della ricchezza proveniente dalle esportazioni di idrocarburi. Soprattutto tra i giovani, elevato è il tasso di disoccupazione. Nel maggio 2005 le proteste a Andijan, in Uzbekistan, due mesi dopo la rivolta in Kyrgyzstan, avevano portato alla rimozione dal potere del presidente Askar Akaev. Anche il Xinjiang continua ad essere scosso da turbolenze telluriche. Il processo in corso si riverbererà anche in Asia centrale?
Di questi temi si discuterà nell’incontro “La primavera del Mediterraneo”, che si terrà a Borgo Valsugana Venerdì 6 maggio alle ore 20.30 (“Sala Marcellina Paternolli”, primo piano del Comune di Borgo Valsugana, piazza Degasperi). Interviene Emanuele Giordana. Con lui discute Alberto Faustini

Emanuele Giordana, laureato in Geografia umana, è stato docente di cultura indonesiana all'IsMEO e direttore della rivista Quaderni Asiatici, la prima esperienza giornalistica, proseguita poi all'Avanti! e a Lettera22. Ha passato lunghi periodi in Asia e America Latina e scritto diversi saggi sull' Asia su riviste specializzate e testi universitari. Ha lavorato per diverse agenzie dell'Onu, Organizzazioni non governative internazionali e italiane e per il ministero degli Esteri, per cui ha curato l'edizione di diverse pubblicazioni. Per Lettera22 ha curato, con Paolo Affatato, Il Dio della guerra (Guerini, 2003) e A oriente del profeta (ObarraO, 2005). Nel 2007 ha pubblicato Afghanistan. Il crocevia della guerra alle porte dell'Asia (Editori Riuniti). Ha collaborato con AspenOnline, Limes, Nomos & Khaos e altre riviste specializzate. Con Lisa Clark è uno dei due portavoce di "Afgana", coalizione della società civile italiana per l'Afghanistan. È uno dei conduttori di "Radiotremondo" a Radio3Rai.

Alberto Faustini viene dalla direzione della comunicazione di Invitalia, l’agenzia nazionale di sostegno alle imprese. In passato fu responsabile dell’ufficio stampa della Provincia di Trento e ha lavorato all’Adige, al Gazzettino e al Mattino di Bolzano. Attualmente è il direttore del Trentino.


organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale - Assessorato alla cultura del Comune di Borgo Valsugana