La tribù del riciclo

Teatro

Le Stagioni dei Teatri 2011/2012
Teatro famiglie

Fondazione Aida
La tribù del riciclo
Dall’omonimo testo di Monica Marelli
Con Anna Benico, Marco Zoppello/Stefano Zanelli, Jacopo Pagliari
Scene Gino Copelli
Realizzazione scene Guglielmo Avesani
Musiche Joe Chiericati
Video Andrea Magliolo
Tecnico audio e luci Claudio Modugno/Matteo Pozzobon
Drammaturgia e Regia Catia Pongiluppi
Tecnica Teatro d’attore

L’ispettore Closet questa volta è impegnato in una importantissima missione: liberare l’ambiente dai rifiuti che tanti irresponsabili, invece di raccoglierli, differenziarli e permetterne così il riciclo, li abbandonano stupidamente a terra. Nei rifiuti invece, c’è una seconda vita. La materia prima di cui sono fatti (carta, alluminio, vetro) può produrre nuovi oggetti. Il riciclo ci permette di utilizzare la miniera d’oro contenuta in ogni rifiuto con semplici gesti quotidiani: l’attenzione allo spreco e la raccolta differenziata.
Questo il messaggio nel racconto divertente ed educativo di Monica Marelli: farci capire il rispetto nei confronti della natura utilizzare bene tutte le sue meravigliose risorse.
Un sacchetto di plastica spinto dal vento rotola fino alla riva di un fiume. Lungo la strada che percorre lentamente racconta un panorama di rifiuti abbandonati.
E’ un bel pomeriggio d’estate. Max e Sandra hanno finito la scuola e sono in vacanza. Decidono di andare in bicicletta lungo la riva di quel fiume ma arrivati là scoprono una pattumiera a cielo aperto.
E’ impossibile fermarsi a giocare proprio lì, in mezzo a tanta puzza. Così i due ragazzi pensano di cercare un posto più pulito. Ma Max lascia cadere la lattina della bibita che ha appena finito di bere.
Quel gesto scatena l’intervento dell’ispettore Closet incaricato liberare l’ambiente dai rifiuti che vengono abbandonati.
“Abbandonare un rifiuto è un gesto stupido e inutile. Ogni cosa che buttiamo può avere un nuovo inizio, una seconda vita ma solo viene raccolta e separata. Questo significa riciclare”, dice l’ispettore.
Si riciclare! Ma che cosa vuol dire, si chiedono Max e Sandra!
Inizia da qui il fantastico viaggio schizzaspazio con l’investigatore che farà scoprire la miniera d’oro contenuta in ogni cosa che buttata e quanti oggetti utili, divertenti e fantastici si possono inventare. La regola fondamentale però è solo una: riciclare.
Lo spettacolo intende mettere a fuoco il modo in cui usiamo le cose che spesso distrattamente buttiamo. Gli oggetti sono fatti di materia che può esser riciclata.
Max e Sandra sono due amici, due giovani come ce ne sono tanti oggi, che si accorgono del fiume in degrado ma non se ne preoccupano poi molto; anzi cercano subito un posto più pulito per fermarsi a giocare; un atteggiamento spesso comune.
A dare una svolta ad un’abitudine fuorviante sarà l’intervento speciale e magico dell’ispettore Closet, capace di risvegliare interesse e curiosità per le cose che non si conoscono proprio nel personaggio più distratto e scettico: Max. Con l’ispettore, attraverso il viaggio schizzaspazio, un viaggio favoloso e fatato, il giovane ragazzo scoprirà e conoscerà, assieme alla scienziata Martina, nel mondo del riciclo e dei suoi problemi.
Si perché questa volta il nostro investigatore vuole lasciare ai due giovani amici la risoluzione del caso, investendoli di una responsabilità e di una nuova missione da compiere che li renderà forti ed autonomi.
Sarà l’applicazione semplice e pratica di gesti quotidiani come strappare, schiacciare e separare, la formula risolutiva del caso. Una formula che si trasformerà in un gioco, un gioco che per Max e Sandra diventerà una missione: trovare sempre più amici, sempre più eroi come loro, per formare la tribù del riciclo; quella tribù che potrà salvare la nostra bella natura dai rifiuti abbandonati