La visione veggente della realtà: opere di Carlo Zinelli (1960-1972)
Carlo Zinelli nasce a San Giovanni Lupatoto il 2 luglio 1916. Nel 1925, a nove anni, viene affidato a una famiglia di Corte Santa Caterina, a Palazzina. Nel 1934 si trasferisce a Verona per lavorare al macello comunale e di qui viene chiamato per assolvere il servizio militare che terminerà nel 1936. Il 5 maggio del 1938 sarà arruolato negli Alpini con i quali, a marzo del 1939, sarà imbarcato a Napoli come «volontario» per la guerra di Spagna. Questo evento segnerà indelebilmente il resto della sua esistenza. Da lì a poco manifesterà, infatti, segni dinstabilità, crisi di terrore e raptus aggressivi. Nel 1941 sarà pertanto riformato. Tra il 1941 e il 1947 sarà periodicamente ricoverato all'Ospedale psichiatrico fino alla diagnosi definitiva di schizofrenia paranoide. Non sarà mai più dimesso fino alla morte, avvenuta nel 1974. In queste sintetiche note biografiche potrebbe esaurirsi la vita di Carlo Zinelli, simile a quella di tanti altri infelici che hanno trascorso gran parte della propria esistenza rinchiusi allinterno di strutture manicomiali. A partire dal 1957 accade però qualcosa che permetterà a Carlo di emergere da questo profondo pozzo nero nel quale era precipitato. Da questo momento comincia, infatti, a frequentare latelier artistico che Michael Noble, uno scultore scozzese, aveva aperto nel parco dellospedale San Giacomo alla Tomba di Verona dove Zinelli si trovava ricoverato. Nellatelier di Noble, Carlo trova il luogo ideale dove soddisfare il suo bisogno di espressione e dove dà inizio a una straordinaria produzione che oggi lo pone indubbiamente fra i protagonisti dellarte del Novecento, conosciuto e apprezzato ovunque ed esposto in molti musei del mondo.
Ma, in che cosa consiste larte di Carlo?
«Potremmo definire scrive Daniela Rosi larte di Carlo una forma di arte totale, che investe segno, colore, parola e suono. Il suo metodo espressivo si traduce in un vero e proprio linguaggio che rimanda a quello dei primitivi e talora dei bambini. [ ] La sua narrazione nel complesso può essere considerata unautobiografia narrata per associazioni tematiche, espressa con un linguaggio completamente reinventato; in questa storia sono presenti scenari dellinfanzia, il rapporto dellautore con il mondo animale e la natura, con il dolore, la religione, la guerra, leros, la morte, la sua appartenenza alla grande famiglia degli alpini. Leterno andare. Non solo i dipinti ci appaiono come un linguaggio criptico ed affascinante, ma anche gli stessi soliloqui di Carlo, registrati da Vittorino Andreoli, ci rimandano a un mondo misterioso, fatto di suoni e di timbri, più vicino al grammelot che al nostro normale parlare. Un mondo di assonanze che ci appare più come poesia che come prosa. In fondo, anche nei tratti più drammatici della narrazione, quello che emerge dai quadri di Carlo è la vena poetica. Zinelli racconta la sua storia con tutto se stesso».
Di tutto questo parlano le opere esposte a palazzo Eccheli-Baisi di Brentonico dal 7 giugno al 14 luglio 2013.
Mostra a cura di
Simone Zinelli
organizzazione: Fondazione Museo storico del Trentino