La zampata dell'orso

Convegno

Presentazione del libro “La zampata dell’orso” (Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2010) con "Il racconto della vera storia dell'orso Dino" con proiezione di diapositive.
A cura dell’autore Giancarlo Ferron, in collaborazione con la Biblioteca dell’immagine.
A seguire musica da ballo sulle note della fisarmonica di Luciano presso il tendone delle feste di Zortea.

“Le persone che mi stanno vicino e hanno capito quanto è stato importante per me incontrare l’orso, mi hanno chiesto spesso di descrivere quello che ho provato. Non ci sono mai riuscito. Ancora oggi non sono in grado di raccontare da cosa sono stato attraversato mentre lo guardavo”.

Così scrive Giancarlo Ferron mentre racconta il suo incontro con “Dino”, l’orso diventato famoso nel vicentino, nel veronese, nel bellunese e oltre ancora, nel corso del 2010.
Eppure, nonostante queste sue parole, l’autore riesce a trasmettere molto, tra una riga e l’altra…forse è proprio nel non detto che si percepisce ancora meglio il mistero che avvolge questo animale e l’emozione che scaturisce dall’incontro tra i due.
La scusa per leggere questo agile libro è quella di conoscere meglio l’orso che ha catalizzato l’attenzione di intere vallate tra Veneto e Trentino, ma alla fine le sue pagine hanno il vero pregio di aiutare a comprendere qualcosa di più sugli orsi.
Alle avventure dell’orso Dino segue un racconto dal titolo “L’uomo orso”; l’entusiasmante vicenda di Baldo, un uomo taciturno e schivo che vive in un’antica borgata sui monti, spesso immerso in lunghe peregrinazioni nella natura selvaggia, dove i pensieri rincorrono spesso il suo passato doloroso, alla ricerca di una soluzione al malessere che vive nel presente.
La soluzione, scorrendo le pagine, arriverà, passando attraverso molte avventure, colpi di scena, riflessioni, poetiche descrizioni della natura e dei personaggi che in essa vivono; segno che chi scrive la montagna la conosce bene e la vive con sentimento.
“Era di nuovo primavera e Baldo non si era mai perso una volta i cambiamenti della montagna e neppure le stagioni degli animali. Anzi, da qualche tempo vedeva e sentiva tutte queste cose in maniera più definita e più ampia: come se prima avesse visto il mondo attraverso vetri appannati e sporchi, e poi, improvvisamente, si fosse trovato di fronte a una finestra spalancata sul panorama limpidissimo e inondato di sole.”