Lavis e don Grazioli. I 100 anni del suo monumento

Mostra

Gli studiosi dell'Associazione Culturale Lavisana ricordano l'illustre concittadino
Una mostra ed un libro per i cento anni del monumento a Don Grazioli a Lavis.

Venerdì 30 novembre alle 20.30, presso palazzo De Maffei a Lavis, sarà presentato il libro Lavis e don Grazioli. I 100 anni del suo monumento, scritto da Andrea Brugnara, Andrea Casna, Daniele Donati e Daniele Erler, in occasione del centenario del monumento a don Grazioli, inaugurato a Lavis nel 1912.
Il libro – un'iniziativa dell'Associazione Culturale Lavisana, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del comune di Lavis e l'assessorato alla cultura della provincia di Trento; con il sostegno della Cassa Rurale Lavis-Valle di Cembra, la cantina La Vis, l'emporio Lona di Lavis e l'associazione culturale Pontavisio – sarà distribuito gratuitamente.
In concomitanza con la presentazione del volume, a palazzo De Maffei sarà inaugurata anche una mostra. Saranno esposti documenti esclusivi dell'Archivio Comunale di Lavis, con oggetti appartenuti a don Grazioli (alcuni provenienti dal Giappone, dove il sacerdote si era recato per recuperare i bachi da seta, che permisero il salvataggio dell'industria serica trentina). Documenti sinora mai pubblicati né esposti, che saranno visibili dal 30 novembre al 9 dicembre, con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 19; il sabato e la domenica dalle 10 alle 12, e dalle 17 alle 19.

«Un prete di frontiera. È la prima immagine che ci viene in mente leggendo i bei contributi dedicati a ricostruire la biografia di don Giuseppe Grazioli. Perché nella vita di questo sacerdote si ritrovano alcuni tra gli aspetti più caratteristici del Trentino ottocentesco, una piccola provincia segnata dal destino di essere posta ai margini del grande impero asburgico».
È questo il commento prestigioso, posto ad inizio al libro, e scritto da Marco Bellabarba, professore di Storia Moderna e Storia Contemporanea presso l'Università degli Studi di Trento. Don Grazioli, nato a Lavis nel 1808 e morto a Villa Agnedo nel 1891, è in altre parole uno dei personaggi chiave della storia della regione. Nel libro dell'Associazione Culturale Lavisana se ne ricostruisce innanzitutto la vicenda biografica. Ma uno spazio fondamentale viene dato anche alla ricostruzione di quanto accaduto ad inizio del XX secolo, quando il mecenate Federico Peratoner (nato anch'egli a Lavis) si mise a capo di un comitato, e raccolse i fondi per l'erezione di un monumento a don Grazioli (che ancor oggi svetta nel centro storico lavisano, in quella piazza che prese anch'essa il nome del sacerdote). A realizzare il monumento fu l'artista Stefano Zuech; l'inaugurazione del 1912 ebbe echi nazionali, visto che ne diede notizia anche il settimanale Domenica del Corriere (20- 30 giugno 1912). È questa una vicenda mai raccontata, ora riscoperta grazie allo studio sui giornali dell'epoca, e documenti inediti dell'Archivio Comunale di Lavis.

Andrea Brugnara, Andrea Casna, Daniele Donati, Daniele Erler, Lavis e don Grazioli. I 100 anni del suo monumento, Lavis, Associazione Culturale Lavisana, 2012. 88 pagine (+ 24 pagine d'immagini) | distribuzione gratuita Un'iniziativa dell'Associazione Culturale Lavisana, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura del comune di Lavis e l'assessorato alla cultura della provincia di Trento; con il sostegno della Cassa Rurale Lavis-Valle di Cembra, la cantina La Vis, l'emporio Lona di Lavis e l'associazione culturale Pontavisio.

Il libro si compone di quattro saggi. Nel primo, scritto da Daniele Erler, le vicende di don Giuseppe Grazioli sono inserite innanzitutto nel contesto della storia ottocentesca europea. Non solo il Trentino subì infatti l'influenza di quanto accade a livello europeo, ma lo stesso cappellano di Lavis, durante le rivoluzioni borghesi del 1848, venne incarcerato perché sospettato di essere un «caldo e fanatico sostenitore della causa italiana». Incarcerato ad Innsbruck, don Grazioli scrisse un diario oggi conservato presso l'archivio della Biblioteca Comunale di Trento.
La seconda parte del libro, scritta da Daniele Donati, è dedicata alla storia economica del Trentino ottocentesco, con particolare riferimento alla crisi economica, derivata dalla malattia della vite (crittogama) e da quella dei bachi da seta (pebrina). I primi segnali della pebrina in Trentino si hanno nel 1855; nel 1859 tutti i bachi da seta autoctoni erano perduti. Don Grazioli si mise a capo di una serie di spedizioni in Oriente, con lo scopo di recuperare i bachi da seta sani, per importarli in Trentino. Negli anni Sessanta dell'Ottocento, compì diversi viaggi in Giappone, contribuendo a salvare l'industria della seta in Trentino.
La terza parte, scritta da Andrea Casna, prende come fonte i giornali dell'epoca. A partire dagli ultimi giorni di vita di don Grazioli, sino alla raccolta fondi per il monumento, e l'inaugurazione del 1912. Vicende ripercorse attraverso le cronache del tempo, con uno spaccato originale della società trentina fra fine Ottocento ed inizio Novecento.
L'ultima parte, scritta da Andrea Brugnara, utilizza come fonte primaria i documenti dell'Archivio Comunale di Lavis. Vengono ricostruite così le vicende che portarono all'inaugurazione del monumento, con la pubblicazione ad esempio del testo del contratto a Stefano Zuech, o il giudizio del professore Hans Bitterlich dell'Accademia di Belle Arti di Vienna che – riferendosi al monumento di Lavis – scrisse: «Per me è un piacere speciale poter attestare che la figura del Grazioli modellata dallo scultore Zuech, tanto per l’idea che per la realizzazione eseguita in marmo, è riuscita molto bene dal punto di vista dell’arte; sono sicuro che il monumento farà un’ottima impressione». In copertina del libro, un disegno realizzato per l'occasione, dalla giovane artista lavisana Jessica Forti.
La presentazione del 30 novembre, a cui seguirà un rinfresco, si baserà su una serie di letture di documenti originali. Durante la serata saranno raccolte delle offerte per il progetto di beneficenza Solidali per la Solidarietà del comune di Lavis.


organizzazione: Associazione Culturale Lavisana