Le Vibrazioni in concerto

Trento a Teatro
Musica d'Autore 06/07

In collaborazione con la Scuola Musicale di Primiero
nell’ambito del Tavolo delle politiche Giovanili

Sono passati 10 mesi da quando Le Vibrazioni hanno chiuso il loro tour di tre anni all’Alcatraz di Milano con la ferma intenzione di prendersi davvero una lunga pausa dopo tre anni di continua attività live e discografica.
E per Le Vibrazioni 10 mesi sono davvero una pausa eterna, come per chiunque abbia passato la giovinezza a leggere discografie 60ies in cui tra una pietra miliare del rock e l’altra passavano pochi mesi e si viveva sul palco per anni e anni senza soluzione di continuità.
Ma se i primi due album (Le Vibrazioni e Le Vibrazioni II) sembrano davvero un LP doppio pubblicato a puntate, il primo più di studio, il secondo, per ovvie ragioni, più ruvido, Officine Meccaniche è davvero, e non solo nel titolo, il segno di un radicale cambiamento, frutto di un lavorio di pensieri, intenzioni, speranze e sogni maturati negli anni del lavoro frenetico e senza pause, quasi un’apnea di successo dal quale riemergere con una nuova visione artistica. Officine Meccaniche è quindi non solo lo studio in cui Le Vibrazioni hanno lavorato per dare vita a questo nuovo corso artistico, è non solo un omaggio a tanti titoli analoghi della storia del rock, ma è soprattutto la metafora migliore per sottolineare la fatica e l’impegno duro del lavoro, quando il lavoro smette di essere una corsa inconsapevole e inizia a riflettere aspettative e disegni artistici e personali più maturi e meditati.
Al fianco de Le Vibrazioni in questa lunga estate alle Officine Meccaniche è stato, nel ruolo di produttore artistico, arrangiatore e fonico, Marco Trentacoste, uomo di lunga gavetta, nome noto ai puristi del rock, musicista di alto livello, sperimentato nella sua professionalità da Francesco Sarcina e Marco Castellani durante la registrazione di Reezophonic, il progetto underground, collettivo e benefico di Mario Riso per Amref.
Marco Trentacoste è riuscito a realizzare un vecchio sogno di sempre del gruppo: annullare lo iato tra la versione discografica e quella live delle canzoni scritte da Francesco Sarcina, canzoni da sempre caratterizzate da quello stile inconfondibile, naturalmente popolare e di immediato impatto emotivo sul pubblico, in grado di resistere anche agli arrangiamenti più progressive sperimentati sul palco dal gruppo nel corso degli anni.
E allora, se le canzoni de Le Vibrazioni sanno mantenere il loro impatto melodico anche nelle versioni più psicadeliche, perché limitarsi in studio? Perché continuare a dare al pubblico una visione schizzofrenica della vocazione del gruppo? Forse mancava solo chi sapesse indirizzare Le Vibrazioni su una strada che avevano sempre sognato, ma mai osato, e Marco Trentacoste, è stata la scelta giusta e spontanea di un gruppo che aveva ormai bisogno, fisicamente bisogno, di imboccare questa strada nuova e naturale.
Per i veri fan de Le Vibrazioni questo è sicuramente l’Album per eccellenza, il momento in cui la vocazione live è entrata in studio senza intaccare minimamente la purezza delle semplici intuizioni melodiche iniziali; un album perfettamente cantabile al primo ascolto, come tutti i precedenti, ma che sottolinea, con la ricchezza degli arrangiamenti, il lavoro corale del gruppo, la vocazione al virtuosismo solista dei singoli membri, l’energia del palco, la natura davvero rock di un gruppo che in soli 3 anni ha subito molte etichette, ma non ha mai mollato, suonando, suonando e ancora suonando, come se il successo non fosse mai arrivato.
Officine Meccaniche è stato registrato su nastro, come chiede la vocazione vintage del gruppo e, mai come in questo caso, ogni singola canzone è davvero il frutto di un lavoro collettivo di rielaborazione, arrangiamento e reinterpretazione dell’idea originaria.