Le magie con la bacchetta...

Manifestazioni ed eventi

Ma come facevano a fare...?

Gli intrecci, con il salice

Nel corso dell’incontro, condotto da Tiziana Aste assieme alle educatrici museali dei Servizi Educativi della Soprintendenza, saranno osservate e descritte alcune delle diverse tipologie di intreccio in fibre vegetali riscontrate nei reperti archeologici. I partecipanti saranno quindi coinvolti nella sperimentazione di semplici tecniche di intreccio quali l’intreccio a spirale, a graticcio, a struttura ritorta. L’intreccio e la costruzione delle corde si diffusero a Fiavè per esigenze costruttive: le capanne, costruite con materiali lignei, avevano coperture di paglia fermate da rami legati utilizzando un grande ago di legno. La legatura delle travi avveniva con un avvolgimento di fibre vegetali intrecciate e annodate. L’esperienza dell’intreccio è stata probabilmente sollecitata dall’attività complementare legata alla caccia, studiando il miglior modo di costruire lacci, trappole, recinti, ripari, stuoie, cesti, ecc. Intrecciare, filare e tessere costituivano una delle attività svolte nelle capanne, per la quale si utilizzava quello che si aveva a disposizione: erbe, giunchi, rami, arbusti, radici, fibre. Numerosi sono i cesti ritrovati nella torbiera. La scelta della materia prima e della tecnica di intreccio era funzionale al tipo di oggetto ed alla sua destinazione d’uso. Calzature, sandali, copricapi dovevano essere stabili ed elastici. Cesti, contenitori e borse dovevano risultare leggeri, di facile trasporto e resistenti. Le stuoie potevano assolvere a diverse funzioni: elemento di separazione, giaciglio, riparo o coperta.


organizzazione: Provincia Autonoma di Trento Soprintendenza per i Beni Archeologici - APT Comano Terme Dolomiti di Brenta