Le regole possono aiutarci a vivere meglio?

Convegno

Frontiere della Legalità

Gherardo Colombo - già Giudice della Corte di Cassazione, Vicepresidente Garzanti libri
Presenta: Sandro Della Gasperina (libraio in Feltre)

GHERARDO COLOMBO
ha lavorato in magistratura dal 1974 al 2007. Ha condotto o collaborato a inchieste celebri come la scoperta della Loggia P2, il delitto Ambrosoli, Mani pulite, i processi Imi-Sir. Lodo Mondadori e Sme. Dal 1989 al 1992 è stato consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia, nel 1993 consulente per la Commissione parlamentare di inchiesta sulla mafia. Dal 1989 ha lavorato come pubblico ministero presso la Procura della Repubblica di Milano. Nel 2005 è stato nominato consigliere presso la Corte di cassazione. A metà febbraio del 2007, a quindici anni dall’inizio di Tangentopoli, si è dimesso dalla magistratura. Tra le sue pubblicazioni testi basilari per il diritto italiano come Il riciclaggio – Gli strumenti giudiziari di controllo dei flussi monetari illeciti con le modifiche introdotte alla nuova legge antimafia (Giuffrè 1991). È inoltre coautore de La legislazione antimafia, raccolta di leggi antimafia (Giuffrè 1994). Le opere più recenti sono testi di analisi divulgativa sul rapporto tra i cittadini e la giustizia.

Bibliografia sintetica
Il nuovo codice di procedura penale, in “Politica italiana”, Il Mulino, 1990
Il maxi processo, in Il nuovo processo penale. Caratteri ed effetti del primo codice della Repubblica, Franco Angeli, 1991
Il vizio della memoria, Feltrinelli, 1996
Ameni inganni. Lettere da un paese normale, con Corrado Stajano, Garzanti, 2000
I tuoi diritti. Come affrontare il processo penale, Hoepli, 2001
Sulle regole, Feltrinelli, 2008

“Le regole possono aiutarci a vivere meglio?”
“Ho lasciato la magistratura dopo oltre trentatre anni, dopo aver fatto prima il giudice, poi il pubblico ministero, poi di nuovo il giudice. Mi sono dimesso perché indagine dopo indagine, processo dopo processo, sentenza dopo sentenza mi sono convinto che mi sarebbe stato impossibile – da quel momento – contribuire a rendere l’amministrazione della giustizia meno peggio di quel che è.
Progressivamente mi sono convinto che, perché la giustizia cambi, sarebbe stato utile piuttosto intensificare quel che già cercavo di fare nei momenti lasciati liberi dalla professione: girare per le scuole, università, parrocchie, circoli e in qualunque altro posto mi invitassero a dialogare sul tema delle regole. La giustizia non può funzionare se il rapporto tra i cittadini e le regole è malato, sofferto, segnato dall’incomunicabilità.
…La giustizia non può funzionare se i cittadini non comprendono il perché delle regole. Se non lo comprendono tendono a eludere le norme, quando le vedono faticose, e a violarle, quando non rispondono alla loro volontà. Perchè la giustizia funzioni è necessario che cambi questo rapporto. Mi sono dimesso per portare il mio granellino di sabbia sulla strada del cambiamento…”
(dalla prefazione Sulle regole, G. Colombo, Feltrinelli 2008)


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