Le ultime lune

«L’odissea di un tenero ottantenne»
(la Repubblica)

«Lirico, surrealista, esistenzialista, ma sempre ironico e disincantato, schivo di ogni gioco che non conduca al suo, il drammaturgo Thomas Bernhard ci continua a parlare della condizione di solitudine dell’uomo moderno»
(Il Gazzettino)

Scritto da Furio Bordon nel 1992, ricevette il Premio IDI nel 1993 e venne portato al successo nella stagione 1995/96 da Marcello Mastroianni. Fu questa la sua ultima interpretazione, da molti leggendaria che fece conoscere e lanciare il testo in tutto il mondo. Oggi, Le ultime lune torna in Italia per la precisa volontà del suo autore il quale ne firma anche la regia affidandolo ad un altro grande interprete: Gianrico Tedeschi.
L’interpretazione di Gianrico Tedeschi, che ha gli ottant’anni del personaggio, mette ancora più in rilievo la forza e la vitalità di questo testo, la durezza rabbiosa con cui il protagonista denuncia con acuti dettagli la condizione della vecchiaia oggi, al momento di un bilancio forzato. Si trova infatti sul punto di lasciare la casa del figlio per l’ospizio, sfogandosi in un lungo dialogo ad alta voce con la moglie scomparsa da trent’anni, prima di conoscere il tracollo fisico, figura visibile a lui e al pubblico nella tenera presenza di Marianella Laszlo. E il figlio, troppo quadrato e benpensante, gli darà invece modo di buttare fuori la sua ansia di rivalità e di comando. La sua agitazione continuerà anche all’interno del reclusorio, squallido ,dove si muovono riottosi anziani tornati bambini. Ma alla fine, sogno o realtà?, ecco a coronare il suo desiderato sogno apparire un albero di Natale, con le sue luci sotto la neve. Una chiusura idilliaca, regressiva, un ritorno all’infanzia che diventa anche un conciliarsi con la vita e con la morte, senza angoscia né commozione.