Luci ed ombre del legno
Si conclude a Mezzolombardo il viaggio 2015 di Luci ed ombre del legno
Si inaugurerà sabato 27 giugno, alle ore 17.30, a Mezzolombardo, presso la nuova Sala Spaur, l’ultimo momento espositivo di “Luci ed ombre del legno..una mostra che viaggia 2015”.
Dopo avere girato per oltre 5 mesi in importati città d’arte dell’Emilia Romagna e del Trentino, ed essere stata visitata da quasi 8.000 persone, la mostra conclude il suo viaggio a Mezzolombardo, dove resterà aperta sino al 29 luglio, a ingresso libero.
La mostra vuole rappresentare e fare conoscere le diverse espressioni che la scultura lignea può assumere, attraverso diversi interpreti di spicco nel panorama nazionale.
In mostra sono presenti i vincitori dell’ultima edizione del Simposio del Tesino, dove, l’ultima settimana di luglio, quasi trenta artisti di provenienza internazionale vengono invitati e, per una settimana, scolpiscono per le vie e le piazze dei quattro paesi che caratterizzano l’altopiano trentino.
Mario Iarl, di Padova, Dino Damiani, di Grignasco (NO), Matteo Zeni, di Mezzano di Primiero (TN), sono stati i protagonisti dell’edizione 2015. A loro, l’organizzazione, come ormai tradizione, ha affiancato un maestro trentino di chiara e riconosciuta esperienza, che si è prestato a fare da “padrino” ai più giovani colleghi quale sostegno ben augurante. Per quest’edizione, la scelta è ricaduta su Rinaldo Cigolla, artista della Val di Fassa che ha speso un’intera vita a dialogare con le “sue” Dolomiti.
Novità dell’edizione del 2015 è stata l’aggiunta di un quinto scultore, Livio Tasin, di Tenno (TN), scelto tra quelli partecipanti al Simposio dal PEFC Italia, che ha deciso di patrocinare l’intera manifestazione, a testimonianza di come la mostra si ormai un importante appuntamento nel panorama culturale nazionale e valorizzi uno dei prodotti che più squisitamente caratterizzano la regione del Trentino Alto – Adige quale è appunto il legno.
In tutto ventuno opere, originali e suggestive, a disposizione per essere osservate dal vero in un viaggio allegorico ed emozionale. Un modo innovativo per conoscere un territorio attraverso le suggestioni e gli odori rimasti impressi nell’opera d’arte.
La mostra è organizzata dal Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi ed è resa possibile grazie al supporto attivo della Provincia Autonoma di Trento, della Regione Trentino Alto Adige, dei Comuni di Castello Tesino, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Bieno e dell’APT Valsugana.
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Gli artisti in mostra – estratti critici dai testi di Renzo Francescotti
RINALDO “REINHOLD” CIGOLLA
Nato a Vigo di Fassa vive a Canazei. Iniziò ad avvicinarsi alla scultura a 14 anni quando, a Moena, partecipò al corso di scultura condotto da Cirillo Dellantonio,che Rinaldo frequentò per sei anni, portando via insegnamenti preziosi.
Essendo un buon discesista agonista, finisce nelle Fiamme d’oro di Moena, militandovi per otto anni. Ma non si limita a fare il poliziotto sciatore: si porta in caserma la passione di scultore in legno, si fa conoscere, viene apprezzato dai suoi superiori.
A 29 anni si congeda, sposandosi con la ventitreenne Tiziana dell’Antonio che, oltre a fargli da modella, gli regala due figli: Igor e Anastasia.
Alternando il lavoro di maestro di sci a quello di scultore spinge avanti la sua carriera artistica. In oltre mezzo secolo di attività il suo valore artistico è stato premiato dal riconoscimento pubblico, tant’è che nella regione ladina della Val di Fassa e di Gardena (con qualche presenza in Val d’Adige, Val d’Ega e Merano) ha realizzato una ventina di sculture pubbliche.
Cigolla esprime la duplice anima della sua valle: religiosa e pagana. Religiosa quando scolpisce immagini di santi o crocefissi, pagana quando raffigura i personaggi custoditi nelle leggende dei Fanes o scolpisce nudi femminili.
Citando Ettore Sotsass junior “Nel lavoro di Cigolla la nostalgia per il conosciuto splendente equilibrio antico non è mai negata. Ma non è neanche negata la curiosità per le ansiose condizioni della modernità”
MARIO IRAL
Iral è nato a Belluno nel 1952: diplomato all’istituto d’Arte di Padova, laureato in architettura all’Università di Venezia, docente di scultura e discipline plastiche all’Istituto d’Arte “P. Selvatico” di Padova. A partire dagli anni ‘80 ha esposto in Italia (a Padova, Venezia, Ravenna, Como…) e all’estero (in Belgio, Olanda, Germania, Svizzera). Dal 1991 al 2000 ha fatto parte del gruppo di ricerca artistica “Visiva Anni 90” e dal 1998 ha partecipato a numerosi Simposi di scultura e concorsi, vincendo anche primi premi.
Questo artista scolpisce usando vari materiali come il bronzo e la pietra: ma è il legno (per una sua scelta precisa che attiene al ritorno all’essenziale) il suo materiale preferito. Questo scultore bellunese, diplomato in arte e laureato in architettura e quindi con un duplice mestiere, può avvalersi delle tecniche più esperte, più smaliziate, all’insegna sia della libertà di immaginazione che del rigore geometrico e costruttivo. E nelle sue sculture lignee tutte e due queste dimensioni della realtà, quella immaginosa e quella costruttiva si rappresentano, si intrecciano, si giustappongono, si contrappongono. È un artista complesso Iral, fitto di figurazioni e astrazioni, di suggestioni diacroniche, di citazioni colte, di simboli e allegorie enigmatiche che possono anche risultare oscure. Le sue sculture devono essere colte col sentimento ma soprattutto col cervello.
DINO DAMIANI
Nato a Grignasco in provincia di Novara fra le colline che vanno verso la pianura ha studiato cinque anni presso la Scuola Barolo sotto la guida di Arturo Farinoni e Lino Tosi. Qualche anno più tardi ha frequentato per due anni lo studio dello scultore Peppino Sacchi ad Auzate (Gozzano) nel Novarese. Nel 2005 nelle sale di palazzo d’Anna, con un’ampia antologica, ha cercato un primo bilancio del suo percorso artistico in cui prevalgono tematiche come le mani, le figure femminili in lunghe, gli acrobati, nuotatori, sportivi e infine i musicisti.
I suoi personaggi femminili sono di norma avvolti in tuniche o lunghe vesti, elegantemente essenzializzate sino ad abolire le braccia a favore di una estrema stilizzazione, cifra che contraddistingue questo artista. Stirate talvolta in verticale ricordano atmosfere gotiche. Ricca la serie di giocolieri, acrobati, nuotatori, atleti, sbozzati mantenendo volutamente angolosità dinamiche (alcuni sembrano studiato nella galleria del vento), gesti atletici studiati a lungo e fermati plasticamente. Damiani si rivela uno scultore all’insegna del virtuosismo. Nelle sue sculture estremamente essenzializzate c’è anche una musicalità che domina nelle opere degli ultimi anni: suonatori d’ambo i sessi di flauto, violino, chitarra, violoncello, direttori d’orchestra vengono a comporre un universo sonoro di notevole suggestione in cui scultura e musica si identificano.
MATTEO ZENI
Matteo Zeni è nato a Mezzano di Primiero (TN), come il grande Riccardo Schweizer. L’arte di intagliare e scolpire il legno l’ha respirata in famiglia, se è vero che sono intagliatori e scultori suo padre e suo zio. Matteo ha studiato a lungo: all’Istituto professionale di Ortisei; all’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa dove, nel 2010, ha conseguito il diploma di maestro scultore; all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera (2011-2012) con il professor Olaf Metzel; all’Istituto professionale del marmo a Carrara (2013).
Con questo entroterra tecnico-artistico ha partecipato a concorsi e simposi, vincendo premi sia in Italia che all’estero.
Si avverte in Matteo l’ansia degli scultori dell’ultima generazione di innestarsi nella tradizione, nella cultura, nella storia della scultura in legno ma, allo stesso tempo, di innovarla, di rinnovarla nei modi e negli stili, accostando anche il legno ad altri materiali. Così, molto originalmente, Matteo usa assieme al legno, vecchi chiodi, tabacco, caffè, giornali…Questi ultimi (a rappresentare la potenza dei media, ma anche il loro ingorgo, le loro manipolazioni e mistificazioni) compaiono in molte delle opere di Matteo: un giovane e originale sculture che con intelligenza, coraggio e bisogno di rinnovamento si misura sui problemi con i drammi, le contraddizioni e le solitudini individuali e collettive del nostro tempo.
LIVIO TASIN
Livio Tasin è nato e vive a Tenno, piccolo paese della provincia di Trento che domina la parte Nord del Lago di Garda. Come suo maestro Livio considera Renato Ischia: da lui ha sicuramente tratto il bisogno di non appagarsi di forme statiche, riconosciute, omologate, ma di sentire invece la necessità l’inquietudine di un mondo in perenne tensione.
È un artista profondamente legato al suo affascinante territorio, in cui sono collocati molti suoi monumenti in bonzo e pietra, materiali che Tasin sa lavorare con perizia. Ma è il legno di ogni specie, di ogni essenza - di cui Livio conosce ogni segreto avendo lavorato per tanto anni come falegname - il suo materiale prediletto. Sue sculture lignee di si trovano anche in Lombardia e nel Veneto.
Ha all’attivo oltre ottanta mostre, tra le quali si ricorda quella alla Gallery International in Florida nel 1988.
Le sue opere in legno hanno come cifra la cordialità della vita, sotto forma di donne che non si angosciano con problemi di linea, di cosmesi, di chirurgia estetica o di psicoterapia. Si propongono con la loro fisicità familiare, vista con affettuosa ironia. Tra tanti drammi con cui dobbiamo ogni giorno misurarci quella di Livio Tasin è una scultura che ti riconcilia col mondo.
Organizzazione e ideazione
Centro documentazione del Lavoro nei Boschi
Progetto a cura di
Gabriele Bertacchini
Remo Tomasetti
Con il supporto di
Provincia Autonoma di Trento
Regione Trentino Alto Adige
Comune di Castello Tesino
Comune di Pieve Tesino
Comune di Cinte Tesino
Comune di Bieno
Azienda per il turismo Valsugana
Comunità Valsugana e Tesino
Patrocini
Provincia di Ravenna
Comune di Bagnara di Romagna (RA)
Comune di Dozza (BO)
Comune di Castel del Rio (BO)
Comune di Mezzolombardo (TN)
PEFC Italia
Sito internet della manifestazione
www.luciedombredellegno.it
Catalogo a disposizione nelle sedi ospitanti
organizzazione: Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi